il responsabile nazionale Enti locali del Pri, Eugenio Fusignani ha ricordato Mazzini con il seguente articolo
Il 10 marzo 1872 moriva a Genova Giuseppe Mazzini. In questo 151° anniversario della sua morte, voglio ricordare Mazzini, non solo come padre della patria costretto a morire esule in patria per le sue proteste contro la infausta casa regnante dei Savoia, gelosa soltanto delle proprie ambizioni e degli arricchimenti, ma soprattutto per il suo apostolato laico a favore del progresso morale e civile degli italiani e, più in generale dell’umanità. Non ultimo sia per la sua straordinaria visione di una moderna democrazia repubblicana italiana, sia per il suo disegno di Europa federale: l’Europa dei popoli. Non a caso seppe vedere l’Italia che ancora non c’era e l’Europa che ancora non c’é. Lo ricordo anche per la nascita nel 1946 della Repubblica italiana e della sua carta costituzionale, figlia della Costituzione della Repubblica romana del 1849, che, ancora oggi, rappresenta l’attualizzazione del suo pensiero politico e sociale. Amiamo questa nostra repubblica perchè è la prima e la sola che ha dato a tutti gli italiani la possibilità di vivere come cittadini liberi e uguali ed ha realizzato l’ideale risorgimentale di una patria libera ed unita. La Costituzione repubblicana è nata in un particolare momento storico cha ha significato l’abbinamento dell’unità nazionale con la libertà e la democrazia, permettendo di realizzare un moderno stato democratico.
Oggi ci troviamo di fronte a forze e movimenti che stanno cercando di attuare modifiche sostanziali negli aspetti fondamentali della Costituzione, a partire da quella sciagurata ipotesi di autonomia differenziata che minerebbe il senso di unità nazionale, baluardo e fondamento di quella fratellanza mutualistica che sola può tenere unito un popolo negli ideali democratici e repubblicani. Non mi stupisce che ancora oggi da più parti si stravolga il suo pensiero, manipolando concetti sacri come “dio patria e famiglia” che, nella costruzione mazziniana, avevano il significato opposto rispetto all’uso strumentale che se ne vuole fare per perseguire logiche di maggioranze settoriali, stravolgendo i valori unitari solidaristici e democratici in essa contenuti.
Anche le pesanti dichiarazioni del Ministro dell’interno di fronte ad una tragedia immane come quella di Cutro, la dice lunga su come i valori mazziniani siano quanto mai necessari per preservare il paese da un imbarbarimento inaccettabile sul piano etico prima ancora che politico e culturale. Il tutto mentre l’Europa guarda all’Italia e si domanda se quanto sta accadendo sia semplicemente l’agonia della democrazia repubblicana.
In questo difficile momento invito quanti hanno a cuore questa visione, nel ricordo del pensiero e dell’azione di un maestro come Giuseppe Mazzini, a tenere alto il suo insegnamento. Come repubblicani ci sentiamo di chiamare a raccolta tutti i cittadini che credono nei valori universali di libertà, uguaglianza e fratellanza per contrastare questo disegno, nella consapevolezza che la democrazia non è mai una conquista sicura e definitiva, ma va quotidianamente difesa dai pericoli che la insidiano e la minacciano.
Lo dobbiamo a Giuseppe Mazzini ma soprattutto lo dobbiamo ai nostri giovani che, nel disegno mazziniano, erano il perno di un’azione che mai andava disgiunta dal pensiero.