In Italia abbiamo avuto un capo di governo che la mattina si svegliava fieramente antitedesco, come per la verità era stato più di vent’anni. “I tedeschi vivano in capanne quando noi leggevamo Virgilio e Dante”. Il pomeriggio esitava fra sentimenti contrastanti e la sera sbatteva i tacchi appena sentiva la voce di Hitler al telefono. Ora si potrebbe dire chi è che nella sua vita non ha vissuto lunghi periodi di esitazione. Non fosse che la personcina in questione fu autore della massima per la quale aveva sempre ragione. Il problema è che abbiamo disgraziatamente conosciuto uomini politici convinti di quello stesso principio e che nella loro esistenza hanno sostenuto tutto ed il contrario di tutto con suprema indifferenza e naturalezza. Questo come se le posizioni prese magari anche solo il giorno prima, fossero state abbattute dallo scorrere dei secondi e loro continuassero ad essere nel giusto sostenendo l’opposto. Per cui quando un uomo politico ha il buon garbo di dire scusate, ho preso un abbaglio, non lo rifarei, anche se solo vuole sgravarsi la coscienza diventa esemplare. E quindi va apprezzato il senatore Salvini che ha detto, forse tardivamente che mai più consentirebbe con il suo voto lo stato di emergenza proposto dal governo Conte, se non altro per essersi accorto che bloccando in casa i medici di base tante persone sono rimaste senza assistenza, e questo spiegherebbe l’elevato caso di morti in Italia, non causa il covid, ma perché con il covid interrompevano le cure quotidiane a cui erano sottoposti. È solo uno degli aspetti della gestione della pandemia da parte del governo italiano, ma certamente significativo. Altrettanto significativo è che Salvini abbia detto di aver cambiato opinione su Putin a causa della guerra, perché chi invade un paese indipendente è sempre nel torto. E queste sono parole che gli fanno onore anche se non si comprende cosa mai ci potesse aver visto in Putin.
In ogni caso Salvini le ha dette, quando altri fanno finta di niente e ancora ripetono a mo’ di disco rotto, levate le sanzioni, non date le armi agli ucraini. Questo popolo di elettricisti e badanti, a sentire un ex presidente della Rai che continua ad andare in trasmissione, ucraini erano Gogol e Bulgakov ed anche Trotskij e Crusciov, per chi ama gli assassini, oggi conduce una controffensiva contro l’armata russa tale da farla scappare a gambe levate. Eppure la guerra è sparita dalla televisione, nessuno speciale di Mentana 24 ore su 24 a spiegare l’invincibilità dei russi. E anche il professor Orsini, la Rai non rinuncia nemmeno a quello, appare sbiadito quando sostiene di aver previsto tutto. I bambini saranno felici anche crescendo in una democrazia, boccone amaro da mandar giù. Salvini avrebbe allora anche un terzo merito quello di proporre di abolire il pagamento del canone. Purtroppo per lui qui riprende a scivolare come suo solito, perché è quando sei al governo che abolisci il canone, non in campagna elettorale. Resta poi il dubbio che uno spirito così mite e riflessivo come quello mostrato sia dovuto solo dal crollo dei sondaggi che riguarda la Lega. In questo caso verrebbe comunque da dire sia benedetta una simile sconfitta annunciata.