il documento sulla Sostenibilità del debito approvato dal Consiglio nazionale del partito lo scorso marzo centra il principale problema economico di cui si discute in tutta Europa. La settimana scorsa Carlo Palanda si Milano Finanza, ha espresso la medesima idea di sfruttare il patrimonio pubblico. Palanda pensa ad un fondo italiano di bilanciamento in cui far rientrare il patrimonio pubblico vendibile del nostro Paese, tra immobili, concessioni e partecipazioni. L’obbiettivo è quello di valorizzare tale ricchezze e infine dismetterle per fini di debitazione parziale. L’ economista tedesco Richard Werner ritiene la soluzione più efficace e immediata per diminuire il debito pubblico. quella che lo stato si faccia prestare i soldi direttamente dalle banche commerciali invece di indebitarsi – come fa attualmente – con i mercati finanziari emettendo titoli negoziabili. Secondo Werner, i governi per finanziare i deficit pubblici dovrebbero preferibilmente indebitarsi direttamente con le banche private accendendo dei prestiti di lunga durata a bassi tassi di interesse. Una soluzione del tipo di quella attualmente proposta da Werner venne adottata in Gran Bretagna durante la Seconda Guerra Mondiale quando, anche su consiglio di Keynes, il Tesoro britannico si fece prestare dalle banche dei fondi all’1,125% di interesse.
Una soluzione ancora più radicale, per quanto non facile da realizzare in tempi brevi, è prospettata da Michele Fratianni[ e Paolo Savona..La loro proposta è una profonda e ambiziosa riforma del sistema monetario e bancario che ritiene di poter risolvere non solo la complessa questione della riduzione del rapporto debito/PIL ma anche due altri gravi problemi: quello della difesa del risparmio privato, che, come prescritto dalla Costituzione, deve essere tutelato dallo Stato; e quello delle banche che custodiscono il risparmio ma che non possono completamente garantirlo a causa della crisi finanziaria e della crisi del debito sovrano. Il progetto di Fratianni e Savona si ricollega al cosiddetto Chicago Plan, elaborato in Nord America all’inizio della grande crisi dagli economisti Simons e Fisher. ]
Il documento repubblicano è stato formulato in un contesto dinamico di una riflessione molto importante a cui servirà uno sbocco politico in tempi rapidi soprattutto se il governo continuerà a cullarsi nell’idea che tutto proceda per il meglio.
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