«È una grande emozione per me essere qui oggi. Questo luogo è la rappresentazione tangibile della memoria della Shoah in Italia. Dei mali dell’occupazione nazista e del collaborazionismo fascista. Ci mette davanti alle nostre responsabilità storiche, in modo netto e inequivocabile». È iniziato così l’intervento del premier Mario Draghi al memoriale
della Shoah a Milano, che ha visitato questa mattina accompagnato dalla senatrice a vita Liliana Segre.
«Da qui sono partite migliaia di persone, non solo ebrei, dirette ai campi di concentramento e di sterminio», ricorda. «Tra loro c’era anche la Senatrice Liliana Segre, allora poco più che
bambina. Sopravvissuta ad Auschwitz, è diventata testimone contro l’odio nazifascista. Una ‘donna libera e donna di pace’, come si è definita in passato. A nome del governo e di tutti gli italiani voglio ringraziarla per il suo impegno in difesa della verità e dell’umanità».
«Ricordare non è un atto passivo – prosegue Draghi – è un impegno per il presente. Dobbiamo agire sulle radici profonde del razzismo e dell’antisemitismo e contrastare le loro
manifestazioni violente, arginare ogni forma di negazionismo. Sono una minaccia al nostro vivere civile. Alla nostra libertà».
Il Binario 21, sottolinea il premier, “non è stato soltanto un punto di partenza, ma anche di arrivo. La conclusione della deriva liberticida che ha preceduto la Seconda Guerra Mondiale.
Con le ‘leggi razziali’ – che dovremmo chiamare ‘leggi razziste’ – che hanno aperto una nuova stagione di discriminazioni e violenze. La sospensione e soppressione dei diritti politici e civili. L’uso politico dell’odio, che ha eroso le basi della nostra democrazia».
Le istituzioni italiane, osserva il premier Draghi, “sono impegnate nel contrasto all’antisemitismo. Con la Strategia nazionale, coordinata dalla Professoressa Santerini. E con la Commissione straordinaria presieduta dalla Senatrice Segre. È uno sforzo che non deve riguardare soltanto l’Italia, ma tutta l’Europa”.
«Il Memoriale non ci parla soltanto di morte», insiste il presidente del Consiglio, «ci ricorda – e ricorda soprattutto ai più giovani – l’esempio di chi oppose all’orrore delle deportazioni le ragioni della vita. È la memoria dei Giusti – coloro che rischiarono la propria vita per salvare gli ebrei negli anni dello sterminio. Per offrire loro un rifugio e una via di fuga quando ne avevano bisogno. Qui a Milano come in altre città italiane».
«Dobbiamo custodire le loro storie di eroismo disinteressato. E dobbiamo custodire il patrimonio della cultura ebraica. Il suo contributo fondamentale alla storia italiana ed europea», evidenzia. «Dalla scienza alla tecnologia, dall’arte alla letteratura, dalla medicina all’economia. Un’eredità costruita con coraggio in mezzo ai traumi della storia, come, per esempio, nella saga della famiglia Karnowski raccontata nel bel libro di Israel Singer».
«Sono felice che il Memoriale della Shoah sia tornato a essere frequentato dagli studenti, da tutti i cittadini, dopo la chiusura durante la fase più dura della pandemia. L’attività economica e sociale del Paese riprende. Ma l’anima di ogni ricostruzione- conclude- è la vita civile e morale della nostra democrazia. Quei valori repubblicani di fratellanza e libertà a cui dobbiamo essere fedeli. E che dobbiamo proteggere e promuovere, con determinazione. Per nutrire la memoria, ogni giorno. Per scegliere, contro ogni indifferenza».