Il segretario regionale del Pri dell’Emilia Romagna, il vice sindaco di Ravenna, Eugenio Fusignani è stato intervistato da Pier Giorgio Carloni per Ravenna notizie. Ne riproduciamo il testo.
Michele de Pascale adesso è spesso in campagna elettorale, fuori Ravenna. Molti si chiedono se e come sta operando in questa fase la giunta comunale di Ravenna. Io lo chiedo a lei, come sono seguiti i vari dossier?
Si prosegue con l’attività di sempre. Perché il sindaco è presente quando serve e la giunta lavora regolarmente, mentre il Consiglio comunale, ovviamente, è sospeso per la pausa estiva. Ma la giunta lavora anche nella pausa estiva e quindi non c’è nessun tipo di problema operativo, il confronto è continuo con il sindaco ora, esattamente com’era tre mesi fa e com’era l’anno scorso. Questo è un falso problema, un problema che semplicemente non c’è.”
Dopo le elezioni regionali sarà definitiva l’incompatibilità fra la carica che de Pascale avrà in Regione e quella di sindaco di Ravenna, quindi si andrà a nuove elezioni, e si parla di primavera 2025. Ma fra novembre 2024 e primavera 2025 chi guiderà Ravenna? Il vice sindaco, un commissario o quali altre soluzioni sono ipotizzabili?
“Allora, mi pare che la legge sia abbastanza chiara. La legge dice che in caso di dimissioni viene nominato un commissario prefettizio, mentre in caso di decadenza per incompatibilità, la guida passa al vice sindaco. Ma io direi che il problema non si pone adesso, il problema verrà affrontato nella maniera corretta, quando sarà il momento, dopo le elezioni regionali.”
A destra però sono maliziosi e dicono che il PD non vuole mollare la presa sul potere nemmeno per pochi mesi e quindi non consentirà a Fusignani del PRI di guidare Ravenna durante l’interregno prima del voto amministrativo. Le cose stanno veramente così?
“Torno a dire che i problemi si affrontano quando ci sono. Al momento il problema non c’è, perché c’è un sindaco eletto dai cittadini nel pieno delle sue funzioni, c’è una giunta che governa. In ogni caso il problema non è chi regge l‘amministrazione dallo scranno più alto. L’obiettivo è continuare a portare avanti il programma che è stato fatto nel 2021. Lo stiamo facendo e lo faremo.”
Insomma, per lei importante è che la Giunta funzioni e non lasci Ravenna senza governo.
“Certo, questa è la cosa fondamentale. Su questo punto siamo concordi, non è nelle corde di nessuno mettere in crisi il quadro uscito dal voto del 2021. Fortunatamente c’è un sindaco che è stato eletto dalla maggioranza dei cittadini di Ravenna e continuerà ad essere sindaco col suo programma, il programma che i cittadini hanno votato e che il Consiglio comunale ha votato come programma di mandato: si continua su quella strada. Quindi il problema non è chi, ma semmai è come continuare efficacemente nell’attività, che per la verità è iniziata nel 2016 e rafforzata nel 2021 con i necessari assestamenti. Tenendo presente che purtroppo questo mandato ha dovuto fare i conti con una terribile tragedia come quella dell’alluvione.”
Ma c’è stata anche la grande opportunità del PNRR, che ha dirottato a Ravenna più di 100 milioni di investimenti per il sole Comune.
“Sì, e mi sembra che questa opportunità sia stata colta benissimo dal Comune di Ravenna: è stato fatto un grande lavoro e molti investimenti sono venuti proprio attraverso il PNRR. Tornando al tema precedente, l’importante per me non è chi guida, ma è continuare a percorrere la strada intrapresa e portare avanti tutte le azioni e le opere, a partire da quelle del PNRR.”
Nel centrodestra descrivono la coalizione e il sistema di governo del centrosinistra imperniato sul PD come una lobby affaristico-politica. Ancisi parla addirittura di dittatura. Quindi voi del PRI siete complici di questo sistema perverso dal 1997? Non ve ne siete mai accorti, oppure avete abbozzato o piuttosto siamo all’esagerazione e all’esasperazione prodotta dal muro contro muro?
“… (ride, ndr)… Ognuno è libero di dare le interpretazioni che vuole. A me pare che questa motivazione denoti solo la mancanza di una strategia vera e propria e di argomenti su cui confrontarsi con gli avversari. Che cosa significa lobby di potere a Ravenna non lo so. Io conosco il voto dei cittadini, sono i cittadini di Ravenna che votano e decidono il sindaco, non le lobby di potere. Michele de Pascale nel 2021 è stato eletto con quasi il 60% dei voti. Poi qui c’è fortunatamente un tessuto imprenditoriale di prim’ordine, con un’economia differenziata, andiamo dall’industria e dalla grande industria all’agricoltura passando per il turismo e per la cooperazione. E qui io rifiuto di parlare di cooperative rosse. La Romagna è la patria della cooperazione, che è concetto nobilissimo di solidarietà, di mutuo soccorso e di impresa solidale, niente affatto riconducibile ad una forza politica piuttosto che a un’altra. Quindi certi attacchi lasciano il tempo che trovano. In ogni caso, io mi occupo di amministrazione e di politica, non di fantasie o supposizioni.”
In un recente documento regionale del suo partito, l’Edera ha ribadito che sta con de Pascale e il PD in Regione e che sta col centrosinistra anche a Ravenna, fra l’altro ci siete dal 1997, non da ieri. Il PD ha messo in pista per Ravenna Alessandro Barattoni, il segretario provinciale, per la successione a de Pascale. Lei che ne pensa?
“Quando la politica ci mette direttamente la faccia è sempre una buona cosa. Fu così anche nel 2016, anzi nel 2015, quando purtroppo a seguito di un evento tragico scomparve Enrico Liverani, il candidato sindaco. Io ero segretario e il PRI fu il primo a dire, non c’è tempo per pensare ad altre ipotesi, bisogna che la politica si assuma le sue responsabilità, e proposi la candidatura del segretario del Partito Democratico Michele de Pascale.”
A proposito, se ne è mai pentito?
“Non ne sono pentito affatto. Assolutamente no. Non solo non sono pentito, ma abbiamo rafforzato nel 2021 il progetto nato nel 2016. Oggi le condizioni sono fortunatamente diverse, perché non c’è stata nessuna tragedia, c’è un’amministrazione che interrompe il proprio mandato, e quindi io credo che la scelta migliore sia proprio quella di ritornare alla politica. Il civismo è una parte importante della politica, dell’amministrazione e dell’azione sociale. Ma è la politica che deve sempre reggere le sorti e avere il coraggio di metterci la faccia, deve assumersi la responsabilità. Credo che la scelta del segretario provinciale del partito di maggioranza relativa della coalizione sia una scelta perfettamente corretta, in linea con le esigenze di una politica che si assume le proprie responsabilità.”
La vostra alleanza con il PD è sempre così granitica o c’è un qualche spiraglio di dialogo con il centrodestra, come qualcuno sostiene da quell’area, magari grazie ai buoni uffici di Azione o sull’esempio di Forlì?
“Noi del PRI siamo, almeno dal 1962, ‘il centrosinistra’. Questo non significa riproporre ovunque la stessa formula con le stesse alleanze a sinistra, ma significa che noi apparteniamo politicamente e culturalmente a quest’area dal 1962. Noi siamo il centrosinistra e la prima giunta di centrosinistra a Ravenna fu quella di Benelli nel ‘62. Non bisogna mai dimenticare queste cose. Siamo la parte – non mi piace usare il termine moderato – più liberaldemocratica della sinistra ed è inevitabile che abbiamo dei rapporti con le altre forze di ispirazione liberale, per esempio Forza Italia. Io preferisco sempre un centrodestra guidato da Forza Italia e Berlusconi, a un centrodestra guidato da istanze più estremiste, si tratti del sovranismo leghista o del nazionalismo di Fratelli d’Italia. Non a caso abbiamo messo in pista un confronto serrato con Azione dell’onorevole Calenda. Noi abbiamo la presunzione di essere protagonisti, insieme alle forze che si riconoscono in quest’area liberaldemocratica e laica, di un’aggregazione che può far bene non tanto e non solo al centrosinistra, al Comune di Ravenna, alla Regione, ma soprattutto può far bene all’Italia. E poi non dimentichiamo che per la Regione il confronto è fra un candidato laico e progressista e una candidata di Comunione e Liberazione. C’è una certa differenza per chi è laico e liberale come me.”
Quindi le alleanze che avete consolidato in questi anni mi par proprio di capire che non siano in discussione?!
“Tutto si può mettere in discussione, naturalmente. Ma finora l’alleanza politica con il PD regge bene e continua, c’è una visione programmatica valida che deve essere rilanciata. Ovviamente c’è il giudizio positivo sul candidato sindaco per Ravenna, che dovrà tradursi poi in un’alleanza da riconfermare e in un programma. Ma a questo penseranno poi gli organismi del nostro partito, quando sarà il momento, quando cioè ci sarà anche una proposta formale. Non c’è stato per ora nessun incontro ufficiale né col PD né con il candidato sindaco indicato, anche per via del periodo estivo.”
Che cosa metterà sul piatto della coalizione il PRI per le prossime amministrative di Ravenna? Porto, oil&gas, energia e sicurezza sono ancora le vostre priorità?
“Questi sono temi storici per il Partito Repubblicano e credo siano temi molto sentiti dai cittadini. Per esempio, sulla sicurezza in questi otto anni abbiamo dato segnali forti. Tenendo presente che la sicurezza è fra le competenze specifiche dello Stato e non delle amministrazioni locali. Ma a Ravenna, la nostra amministrazione sul versante sicurezza ha fatto tutto quello che poteva e doveva fare e spesso anche di più. Lo dico non per dare dei meriti all’assessore che ha gestito il comparto (lo stesso Fusignani, ndr) ma per dare dei meriti al comando della Polizia locale e agli agenti di Polizia locale, che hanno dato un contributo fondamentale e hanno portato una nuova visione del ruolo della Polizia locale nella città, collaborando con le altre forze di polizia. Sul porto in questi anni è partito il lavoro sull’hub portuale e quindi c’è tutta una prospettiva nuova che si apre. Sull’energia rimane il problema aperto delle estrazioni e poi c’è il rigassificatore, che è una risposta utile ma non è ‘la risposta’. Accanto a questi temi storici c’è un tema nuovo che diventa centrale per noi, quello della sanità, a partire dalle condizioni dell’ospedale di Ravenna. Noi viviamo in una regione che giustamente vanta una delle sanità migliori del paese…”
La correggo sul punto. Tutti gli indicatori e le autorità indipendenti dicono che è la migliore sanità pubblica d’Italia. È importante ricordarlo, perché sulla sanità molti speculano, e va precisato – anche se dovrebbe essere chiaro a tutti – che avere la migliore sanità d’Italia non significa non avere problemi, anzi.
“Non volevo dirlo io, lo ha detto lei. Ne sono convinto anch’io. Quindi se la nostra sanità pubblica è tra le migliori d’Italia o la migliore d’Italia, è anche una delle migliori d’Europa, ma proprio per questo non possiamo consentire che all’interno del nostro sistema esistano delle gravi criticità come quelle purtroppo drammaticamente evidenziate dal nostro ospedale. Queste criticità vanno affrontate con grande forza, perché la salute dei cittadini è sempre e comunque il primo bene e diritto, è la prima richiesta che deve essere soddisfatta.”
Intanto contiamo che nella prossima consiliatura il nuovo pronto Pronto Soccorso di Ravenna sia terminato. Resta però il grande tema della mancanza di personale e della carenza di risorse.
“Mancanza di personale e liste di attesa, perché non è possibile che per una colonscopia richiesta il 14 agosto 2024 la prima data libera per l’esame sia il 6 luglio 2026, come mi è stato segnalato. È intollerabile.”
C’è una campagna nazionale in atto da mesi per chiedere più risorse per il Servizio Sanitario Nazionale che rischia il collasso. Lei che ne pensa?
“Come repubblicani continuiamo a difendere strenuamente la sanità pubblica, che deve essere il fiore all’occhiello della Repubblica e del sistema democratico, non possiamo permetterci di metterla in discussione. E se qualcuno ha delle idee diverse sul SSN – e non si tratta sicuramente né della Regione Emilia-Romagna né del Comune di Ravenna a guida centrosinistra – quel qualcuno abbia il coraggio di assumere la responsabilità di fare morire la sanità pubblica di inedia, per favorire altre forme di sanità. Tornando al nostro ospedale, spero venga concluso presto il discorso del Pronto Soccorso, ma c’è un problema logistico di spazi e il problema del personale, perché c’è una fuga dagli ospedali, molti medici se ne vanno dalle strutture ospedaliere e questa cosa tocca anche l’ospedale di Ravenna. Bisogna capirne le ragioni e, soprattutto, correre ai ripari. L’opportunità fornita da un presidente romagnolo, anzi ravennate, della Regione è un’opportunità in più che deve essere colta.”
Tra l’altro si dice da tempo che nella distribuzione delle risorse regionali fra le varie ASL, la più penalizzata è proprio quella della Romagna e quindi servirebbe una perequazione…
“Sì, e poi all’interno della Romagna va fatta una perequazione tra le varie città. La Romagna è un altro dei temi che richiama l‘opportunità di un candidato presidente romagnolo, e soprattutto di un amministratore che conosce già la macchina amministrativa. La Romagna deve cominciare sempre più a muoversi come sistema. Abbiamo il 24% del PIL della Regione, abbiamo due aeroporti come Rimini e Forlì, abbiamo un forte Interporto come quello di Cesena, abbiamo il porto di Ravenna, rappresentiamo un grande bacino turistico di eccellenza europea, ma a tutto questo non corrisponde un peso politico adeguato. Credo sia necessario anche rivedere un attimo la distribuzione dei collegi fra Emilia e Romagna. Noi vogliamo continuare a difendere la Regione Emilia-Romagna, mettendo in valore quel trattino che lega ma distingue la Romagna. La proposta repubblicana punta alla creazione di un’area metropolitana di Romagna, per dare una risposta forte anche a quell’esigenza di riequilibrio che richiamavo in precedenza. Quindi ci vuole un’amministrazione unica romagnola, per un bacino con oltre un milione e centomila abitanti.”
Quindi lei è d’accordo con Legacoop Romagna che propone di fare la Provincia Unica della Romagna?
“Il primo a parlare di Provincia Unica della Romagna fui proprio io, se non sbaglio nel 2007. Poi il tema fu ripreso da Roberto Balzani quando ancora non era sindaco di Forlì. Ad ogni modo, oggi credo che nell’ambito del riordino istituzionale possiamo costituire l’area metropolitana di Romagna. Adesso credo molto più a questa soluzione. In ogni caso, il confronto su questo tema è aperto e utile.”
Ultima domanda. Dopo due mandati da vice sindaco di Ravenna, che cosa farà Eugenio Fusignani? Si ricandida, scende ancora in pista o fa altro?
“Mi servo di questa domanda per riagganciare il tema malizioso della reggenza. Chiarisco che sarà il Partito Repubblicano in ultima istanza a dire che cosa farà l’Edera e che cosa dovrò fare io. In ogni caso bisogna tenere conto di una cosa: questo mandato amministrativo, se non ci fosse stata l’opportunità del nostro sindaco di diventare presidente della Regione, sarebbe terminato nella primavera 2027 con alla guida un sindaco del PD e un vicesindaco del PRI. L’indicazione è e resta quella: io voglio andare avanti su quella strada lì. È in continuità con quello che è successo nel 2016 e nel 2021 ed è esattamente l’opposto di quello che dice, per esempio, Ancarani. Se come repubblicani ponessimo la questione del vice sindaco che deve guidare la Giunta al posto di de Pascale, saremmo accusati di essere lì per le poltrone. Invece no, a noi interessa governare. Non ci interessa da quale scranno, ci interessa incidere sul governo e fare le cose.”