Quanto mai opportunamente il Capo dello Stato ha ricordato ai tanti Chamberlain nostrani che la Germania nazista autorizzata a occupare i Sudeti in cambio della pace, tempo tre settimane, si era presa tutta la Cecoslovacchia. Se poi qualcuno obiettasse che in fondo della Cecoslovacchia, dell’Austria, della Slovenia, non importava un fico secco, la Germania pensò bene di occupare anche la Polonia e qui le cose si complicarono parecchio. In Cecoslovacchia, come negli altri paesi a presenza tedesca, l’invasione nazista miscelò la paura con il consenso, i popoli si erano piegati senza combattere. I polacchi invece non ne volevano sapere dei tedeschi, dal momento che combattevano da secoli per la loro indipendenza dalla Prussia e dall’Impero austriaco. La Polonia non si piega, combatte. Ancora più allarmante un attacco alla Polonia era concordato con la Russia. Nazismo e comunismo si stringevano la mano sul cadavere della sovranità polacca. Le democrazie occidentali non potevano subire questo smacco e reagirono tardivamente. Hitler sarebbe dovuto essere fermato nel 1933, quando invase la Renania e sarebbe bastato che la Francia inviasse un reggimento a cavallo.
Considerata l’impreparazione clamorosa dimostrata dall’esercito britannico nel 1940 e la conduzione catastrofica dell’armata francese da parte di generali da salotto, la Germania ebbe vita facile, tanto che la Russia si limitò a guardare. Il governo radical socialista francese accettò una resa umiliante e persino a cuor leggero. La Francia era convinta che l’Inghilterra avrebbe negoziato una pace separata. quando il governo di Sua Maestà resistette. La Germania nazista aveva demolito una potenza militare superiore alla sua, vincitrice della prima guerra come era la Francia al punto da trovare all’interno del territorio francese una forza di collaborazione. Nemmeno Bismark dopo Sedan era riuscito a tanto e questo davvero procurò ad Hitler un senso di onnipotenza che si sarebbe presto trasformata in una vertigine. Già si era vito a Piccadilly Circus,, dopo essere stato sotto la Torre Eifell, e grazie a Churchill dovette rifare tutti i suoi piani, sballandoli tutti.
Putin potrebbe aver avuto la stessa sensazione in Crimea dove effettivamente il suo piano militare ebbe successo e le democrazie occidentali sono rimaste con le mani in mano. La Crimea è diventata l’Austria per la Germania, quello era un affare tedesco, questo un affare russo. Quando si è allargato il fronte al resto dell’Ucraina lo scenario è iniziato a cambiare. Se Putin non avesse incontrato resistenza e se fosse arrivato a Kyiv entro anche solo un paio di mesi di guerra, questo avrebbe probabilmente comportato l’accettazione dello stato di fatto, esattamente come avvenne con la Cecoslovacchia per Hitler. Ma sono più di due anni che Putin sta a bombardare l’Ucraina ed i suoi successi talmente miserandi che quasi ci si chiede come sia possibile che ancora insista. L’Ucraina non è una potenza militare che ha vinto una qualche guerra e non potrebbe essere considerata tale nemmeno fosse stata armata di tutto punto, cosa che non è, dalla Nato o dai paesi democratici. L’Ucraina combatte con i carri Bradley del 1975 che l’America espone al museo.
Che un piccolo paese soggiogato dalla Russia per tutta la sua storia recente, come l’Ungheria voglia trattare la pace, è comprensibile. Rousseau scriveva che quando un popolo diviene una volta schiavo lo resterà per sempre. Che l’America, chiunque la guidi, possa accettare un simile scenario di sopraffazione è cosa molto più difficile. L’America non ha un interesse geopolitico diretto. nessuno negli Usa per tutto il secolo scorso aveva distinto fra Russia ed Ucraina, e anche se il futuro presidente avesse un consolidato rapporto di amicizia con Putin o semplicemente badasse agli affari suoi, c’è una storica a pesare come un macigno. L’America è l’unica nazione occidentale nata sulla base di un principio e in nome di principio un altro presidente, che non ne aveva nessuna voglia, intervenne in Europa, Roosevelt.. Attenti a negare l’ideale costituente americano. E anche questa è una lezione magistrale della storia.
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