Mentre da noi si discute nelle televisioni se bisogna inviare o non inviare armi all’Ucraina e se la Nato è responsabile o meno di quanto sta avvenendo, il bollettino del fronte in Ucraina è didascalico. Da una parte sono cadute le prime bombe sulla Moldavia che si sente il prossimo e più imminente obiettivo della Russia. Dall’altra, 36 missili sono stati lanciati dai russi sulle città del Luhans’k. Il Luhans’k sarebbe una delle repubbliche separatiste che la Russia ha riconosciuto indipendenti e prossime ad associarsi alla sua federazione. Per cui è come se in questo caso la Russia bombardasse sé stessa e non vi è possibilità di accusare l’Ucraina di farlo. Una tale cifra di missili lanciati consente il monitoraggio dell’attività e non può venire messa in questione, a meno che il fronte russo sia crollato, cosa che purtroppo, non risulta. Al limite si può dire che non avanza.
Perché allora attaccare il Luhans’k? Perché i nostri esperti di geopolitica ieri sera disseminati in tutti i talk show e speciali di vario genere, non ci hanno spiegato cosa accade sul campo e nemmeno lo hanno fatto gli inviati dei telegiornali nazionali preoccupati com’erano dei due missili fuori bersaglio caduti ad Odessa? I due missili di Odessa, sparati a casaccio, hanno ucciso due donne, i 36 nel Luhans’k che danni hanno fatto? Odessa è necessariamente colpita con imprecisione, data la distanza proibitiva delle batterie russe. Visto cosa è accaduto al Moskva meglio tenerla tale. Ma nel Luahans’k, i russi dovrebbero essere di casa, eppure attaccano anche questo. Non c’è una spiegazione possibile se non che nemmeno la popolazione del separatista Luhans’k è filo russa, ma come hanno sempre sostenuto gli ucraini, i “nazisti” del battaglione Azov, i russi hanno forzato la mano e mai si arrivasse ad un referendum popolare per decidere dell’annessione di quella regione, ecco che occorre evitare di perderlo. Da qui la notizia sulle deportazioni e per coloro che non si riesce a deportare, le bombe.
I russi hanno iniziato la pulizia etnica del Luhans’k non fosse che l’etnia dovrebbe essere la stessa. Bisognerebbe allora chiedersi come mai nonostante la stessa etnia, gli ucraini non ne possono più sapere dei russi, sono pronti a farsi massacrare piuttosto che accettarli. Una domanda che dovrebbe sinceramente farsi anche il Santo Padre, che denuncia la Nato di abbaiare, quando i russi stanno sterminando una popolazione.