Il consiglio nazionale del Pri riunito a Roma il 21 settembre ha approvato all’unanimità il seguente ordine del giorno
UN PIANO NAZIONALE PER RICOSTRUZIONE E PREVENZIONE
Il Consiglio Nazionale del PRI esprime solidarietà alle popolazioni della Romagna ancora una volta duramente colpite dalle conseguenze di eventi meteo drammatici.
L’alluvione che è tornata a devastare l’Emilia-Romagna 16 mesi dopo la tragedia del maggio 2023, non è solo una tragedia locale, ma una questione di rilevanza nazionale.
L’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna rappresenta una delle tragedie ambientali e sociali
più gravi degli ultimi anni, e non può essere affrontata solo come un’emergenza locale. La Regione, nonostante gli sforzi, non può da sola farsi carico dell’enorme sforzo di ricostruzione e messa in sicurezza. Di fronte a una situazione tanto grave, servono interventi strutturali,
coordinati a livello nazionale, che prevedano non solo stanziamenti adeguati ma anche l’effettiva erogazione dei fondi in tempi rapidi e con trasparenza.
Per il CN è soprattutto essenziale che il Governo intervenga con un piano nazionale straordinario che non si limiti allo stanziamento di fondi, ma ne garantisca l’effettiva erogazione, in tempi rapidi e con criteri di equità.
IL CN DEL PRI SI DISSOCIA DALLE IRRESPONSABILI SPECULAZIONI POLITICHE È inaccettabile che, in piena emergenza, con due persone ancora disperse e con l’acqua che continuava a fuoriuscire dai fiumi in piena, autorevoli esponenti del Governo abbiano scelto di
fare vergognose speculazioni politiche. Invece di concentrarsi sull’aiuto immediato e concreto, si è assistito a un deprecabile scaricabarile, con attacchi ingiustificati alle istituzioni locali, che hanno dimostrato grande coraggio e impegno nel tentativo di fronteggiare una catastrofe senza precedenti. In momenti come questi, la priorità deve essere la solidarietà e l’unità, non una polemica politica che mortifica anche il ruolo del commissario Gen. Figliuolo imposto con imperizia politica dal governo e lasciato solo e senza risorse.
I REPUBBLICANI SOTTOLINENAO L’URGENZA DI UN INTERVENTO STRUTTURALE E NON EMERGENZIALE
Il cambiamento climatico e l’intensificarsi degli eventi estremi ci obbligano a ripensare il modo in cui gestiamo il territorio, determinatosi sulla base di un modello di sviluppo che non poteva prevedere i mutamenti in essere. Per questo non è sufficiente intervenire con manutenzioni o riparazioni temporanee ma serve un piano strategico a lungo termine. Le infrastrutture idriche e territoriali della regione, concepite per condizioni climatiche ormai superate, devono essere modernizzate e adattate alle nuove realtà. Un piano territoriale nazionale è necessario per riprogettare la gestione idrica e delle risorse naturali, in modo da prevenire ulteriori disastri.
IL CN CHIEDE STANZIAMENTI E FONDI CHE ACCOMPAGNINO GLI IMPEGNI CON AZIONI CONCRETE
Per i repubblicani non basta promettere fondi: è essenziale che questi vengano erogati tempestivamente e in modo proporzionato alle reali necessità degli interventi. Gli stanziamenti devono essere distribuiti in maniera equa, privilegiando progetti che vadano oltre la riparazione dell’esistente, ma che ridisegnino il territorio con una visione moderna e resiliente. Il Governo ha il dovere di garantire che le risorse siano utilizzate in maniera trasparente e finalizzate a una vera messa in sicurezza del territorio, superando gli interventi di emergenza e puntando su una pianificazione a lungo termine.
IL PRI PER UNA SFIDA NAZIONALE CHE PREVEDA VISIONE E RESPONSABILITÀ
L’Emilia-Romagna è solo l’esempio più recente di una vulnerabilità territoriale che riguarda tutto il Paese. I fenomeni climatici estremi non sono più eventi isolati, ma rischi concreti e frequenti che tutte le regioni italiane devono affrontare. È necessaria una risposta nazionale che preveda un piano di intervento organico, capace di prevenire e non solo rispondere alle emergenze. Il ridisegno delle infrastrutture e delle reti idriche deve essere una priorità politica, non solo regionale ma nazionale.
UN RICHIAMO AL GOVERNO: DECISIONI CORAGGIOSE E RISPOSTE IMMEDIATE
Il Governo ha l’obbligo di andare oltre le polemiche politiche e dimostrare responsabilità e leadership, lavorando in sinergia con Regione e Istituzioni locali. L’obiettivo comune deve essere quello di garantire una ricostruzione sicura e una gestione del territorio che tuteli le comunità a rischio. Gli interventi emergenziali non bastano: serve una visione politica a lungo termine, con investimenti strutturali che riducano il rischio di nuove tragedie.
UN RICHIAMO A REGIONE E ISTITUZIONI LOCALI: MANUTENZIONI E MONITORAGGIO
Oltre all’intervento nazionale, è necessario che anche le Regioni e le istituzioni locali facciano tutto ciò che è nelle loro competenze per prevenire ulteriori danni. Questo include il monitoraggio costante del territorio e l’attuazione di piani di manutenzione regolare e organizzata delle infrastrutture e delle reti idriche. La prevenzione è uno strumento essenziale per mitigare i rischi e ridurre le conseguenze di eventuali nuovi eventi climatici estremi. Le autorità locali devono lavorare in sinergia con il Governo e con gli enti preposti, garantendo che ogni livello istituzionale faccia la sua parte per mettere in sicurezza il territorio e proteggere i cittadini. Solo con una stretta collaborazione e una gestione coordinata si potranno prevenire ulteriori tragedie e garantire un futuro sicuro e resiliente per tutte le comunità coinvolte.
In conclusione per il CN del PRI – rinnovando l’invito al Governo di abbandonare inutili polemiche e di agire con decisione nell’erogazione di fondi in modo rapido, equo e trasparente, è necessario mettere in campo un vero piano di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio, che protegga non solo l’Emilia-Romagna, ma tutto il Paese. in un vero piano di recupero e messa in sicurezza del territorio, che possa prevenire tragedie future e tutelare in maniera adeguata il benessere dei cittadini e delle comunità locali. Perché l’Emilia-Romagna, così come tutto il Paese, non può permettersi di aspettare e perché solo così si potrà garantire un futuro più sicuro e resiliente per le nostre comunità.
Fotografia di Renato Lelli