Per quanto possa apparire altamente improbabile che gli italiani rimettano in piedi una maggioranza che in meno di due anni venne ripudiata dagli stessi partiti che la componevano, abbandonando rapidamente il presidente del Consiglio a cui pure avevano giurato di non potergli sopravvivere, la disperazione può sempre giocare brutti scherzi. Nel suo piccolo l’attuale presidente del Consiglio potrebbe rendersi conto di diventare, da vezzeggiata com’è, una figura esasperante, soprattutto nel caso non riesca a produrre risultati utili . L’accordo con l’Albania, può valere come quello con la Tunisia, la politica economica, fra manovra, Pnrr e Mes, fa sorridere giusto una iena della savana, la guerra meglio dimenticarla, morale, l’unica carta buona è quella delle riforme. Destata dalle stridule urla di piazza dell’onorevole Schlein, l’onorevole Meloni si è esibita in una bella e composta prestazione in video in cui l’unica battuta efficace è stata proprio la promessa di dare il “potere ai cittadini” di eleggere direttamente il presidente del Consiglio. Cosa che pure significa e non c’è bisogno di un costituzionalista per capirlo, toglierlo il potere ai cittadini.
Eleggere direttamente il presidente del consiglio comporta per il cittadino la rinuncia ad esercitare la parte di potere che la democrazia gli assegnerebbe in favore del capo del governo, che da quel momento e solo da quello, diventa un premier, cioè un primo cittadino, su cui grava l’onore e l’onere della cosa pubblica, se si preferisce un primo console, o il principe di machiavelliana memoria. Questo, quando il presidente del consiglio è solo un primo inter pares, o almeno così dovrebbe esserlo,, per i colleghi ministri, ed anche per il popolo. Vi sarebbe poi da notare che né l’Inghilterra, né la Germania votano direttamente un qualche primo cittadino,, ma insomma non complichiamo troppo le cose. Alla maggioranza di governo italiana, bisogna semmai semplificarle perché abbia almeno una possibilità di caprile.
In generale tutto ciò che rafforza il governo e quindi ancora di più se si rafforza un solo individuo del governo, avviene non per dare più potere ai cittadini ma proprio per limitare quello che posseggono, non necessariamente perchè si vuole renderli schiavi, per quanto possa pure accadere, ma, giustamente, per limitare la dispersione del potere. Se si ritiene necessario darne di maggiore ai cittadini, si rafforza la libera stampa. si danno più competenze alle municipalità, più soldi alla scuola, soprattutto ci si preoccupa di far si che si estenda il bacino elettorale degli stessi, per cui poichè non possono tutti insieme comandare, che per lo meno tutti possano essere chiamati a parteciupare alla fase elettorale. Anche solo il doppio turno elettorale, figurarsi ogni forma di sbarramento, è un limite al potere dei cittadini.
Ovviamente la questione del potere ai cittadini è dibattuta dai tempi in cui ci si riuniva nelle piazze di Atene, ancor prima ch nel Senato di Rona, per cui non c’è bisogno di nessuna lezione. Ciononostante l’onorevole Meloni sia molto attenta, i partiti, per lo meno nei “Principi fondamentali” del nostro ordinamento costituzionale, non sono i nemici dei cittadini. Al contrario sono gli strumenti della rappresentanza, nel momento nel quale è promossa una libera associazione in questi. Il motivo per cui ci si è sempre opposti al bipartitismo é che il bipartitismo riduce necessariamente tale partecipazione. Ma le grandi democrazie anglosassoni sono bipartitiche! Per la verità solo l’America è bipartitica, perché nonostante una guerra civile, il popolo americano ha condiviso sempre sostanzialmente la medesima idea dello Stato. L’America non ha avuto una propria monarchia e nemmeno un fascismo. Sotto questo profilo è unica al mondo. In Inghilterra i partiti sono tre, si preferisce un sistema bipartitico per semplificare il potere decisionale e si elegge un premier, proprio perché i cittadini inglesi sono più interessati tendenzialmente alle corse dei cani che all’esercizio del potere, sempre delegato volentieri alla loro aristocratica. La famosa frase di Rousseau suk popolo inglese libero solo al momento del voto e schiavo subito dopo, si riferisce esattamente alla concezione aristocratica del potere che vigeva presso quel popolo nel ‘700 e per certi versi vige ancora, quando in Francia, ma anche in molte corti tedesche, l’aristocrazia era quella che preferiva appunto la corsa dei cani, all’esercizio del potere.
In ogni caso dare davvero potere ai cittadini è stata cosa sempre molto difficile e contestata. Ci sarebbe ragione di temere che l’onorevole Meloni, con tutto il rispetto, non riesca a risolverla. Non ci riuscì nemmeno Licurgo. Tanto è vero che a furia di sbattere la testa, la democrazia si accontenta di dare il contropotere ai cittadini, più che il potere. Nel senso che può essere utilissimo concentrare nelle mani del governo e perché no ,di un solo cittadino, anche tutto il potere, purché vi siano procedure di revoca adeguate. Roma conferiva volentieri il potere ad un dittatore, ma il Senato pretendeva tre settimane di tempo per deciderne la revoca. In tre settimane Bonaparte piegò il Piemonte in guerra con la Francia da 4 anni. Privi come siamo di Cincinnati e Bonaparte, il presidente del Consiglio se vuole onorare il potere dei cittadini, si preoccupi degli strumenti di controllo dell’azione del governo, che pure sono indispensabili e sempre trascurati, a cominciare proprio anche dalla sua proposta di riforma.
Demaine de Vizille MDRF