Anche coloro che si sono battuti contro Putin senza esitazioni, si sono messi a distinguere fra Prigozin e Putin come se si trattasse di personaggi contrapposti. Dimenticano che Prigozin non esisterebbe senza Putin e che la confidenza di cui Prigozin gode al Cremlino è dovuta al fatto di appartenere ad un rango politico sociale troppo basso per poter ambire a sostituire Putin. Putin Prigozin lo ha raccolto dalla strada e lo ha fatto diventare miliardario. E’ chiaro che se lo si paragona al barone von Unghern – Sternberg, come è stato fatto e da un quotidiano importante, non si sa di che si parla. Più in generale qui nessuno sa cosa sia accaduto in Russia, se non quel poco che i russi ci fanno sapere e che noi pensiamo di capire, sottovalutando l’impianto scenico dei russi, i più grandi commedianti della storia. Come si fa ad escludere che il colpo di Stato Prigozin lo abbia impedito. Prigozin ha minacciato i vertici militari non Putin, sostenendo che Putin non è responsabile di quanto avvenuto, perché ingannato da quelli. Prigozin ha offerto una via di scampo a Putin, altro che colpo di Stato. Poi tutti si preoccupano di sapere dove sia finito Prigozin quando non si capisce dove sia Putin. Ma se Allende mai avesse respinto Pinochet si sarebbe affacciato sulla Moneda per mostrarsi, non avrebbe mandato in onda un video posticcio come è avvenuto per Putin.
Davanti a tutte queste considerazioni, abbiamo già il senatore Renzi che pure è l’uomo politico più esperto di cui disponiamo oggi in Parlamento, anche sotto il profilo internazionale, viene pagato anche 50mila euro a conferenza, che chiede subito l’iniziativa di pace, come Conte che la chiede comunque a prescindere sulla pelle degli ucraini. Meno male che il senatore Renzi lamenta il provincialismo italiano. Qui si discute del ministro Santanchè. ma forse almeno della situazione del ministro Santanchè si riuscirà a capire qualcosa, perché su Putin e Prigozin rischiamo già di essere finiti fuori strada. La ridda dei commenti è stata tale ed il governo si è mostrato talmente laconico, che si capisce che il presidente statunitense non senta la necessità di consultarci in una fase come questa. La Casa Bianca, sa già che l’Italia non capisce niente della vicenda, mezza classe politica ammirava Putin e l’altra mezza è già pronta a ritenerlo un interlocutore, quando nemmeno sappiamo cosa stia succedendo a Mosca. Magari Putin lo fanno fuori i servizi segreti che noi crediamo si tenga in tasca. Perché anche questo è sbagliato, Putin nel Kgb faceva il poliziotto non l’agente segreto.
La condizione provinciale dell’Italia si sarebbe dovuta vedere chiaramente già nei funerali di Stato per Berlusconi che hanno visto solo la presenza di un uomo di governo straniero, Orban, non proprio un vanto per la comunità europea. L’unico statista di peso che sarebbe venuto volentieri ad omaggiare l’amico scomparso, non è stato invitato, cioè Putin. Durante la marcia della Wagner su Mosca la televisione russa ha trasmesso uno speciale su Berlusconi. Con queste credenziali per carità, bisogna pure che l’Italia si renda conto di come si presenta al mondo. Forse faceva meglio a contenere il lutto e ad interrogarsi di come potesse essere percepita dagli altri paesi, che di Berlusconi avevano la considerazione dimostrata.