Aristotele a cui si deve l’uso corrente del termine, con antropologia intendeva un animale, un essere vivente, ragionevole, l’uomo. Sulla base della semplice antropologia non c’è la possibilità di differenziare singoli individui, essi sono tutti esseri ragionevoli che meritano di venire studiati.
Non c’è ombra alcuna nel pensiero greco, capace di introdurre una qualche distinzione di sorta nell’essere dell’uomo, se non sotto il profilo razionale. Tutto il genere umano in quanto possiede la ragione è uguale. Lo si comprende perfettamente dal maestro di Aristotele, Platone, per cui gli uomini si distinguono solo ed esclusivamente in base alle loro idee. E all’allievo che chiede scandalizzato, ma come c’è un’idea anche per il fango? Parmenide risponde pacatamente non c’è niente di abietto nella natura delle cose che non possa disporre di una idea a suo fondamento. Per la cultura greca l’essere umano è il punto più alto dell’universo indipendentemente da dove sia nato, le origini che abbia, il colore della pelle, tutti fattori, privi di qualunque rilevanza. Lo dimostra Odisseo con il principio di ospitalità vigente fra i popoli più diversi. Omero distingueva gli uomini solo dagli dei, e se è vero che ammetteva i semidei, questi erano mortali e comunque, semidei, uomini e dei, vivevano tutti nello stesso mondo mischiandosi fra loro e spesso senza nemmeno la possibilità di riconoscersi. Quali che possano essere le origini della razza, queste non nascono nell’antica Grecia, dove la razza umana appare chiaramente una sola. Nemmeno nelle guerre con i persiani o i troiani, vi possono essere testimonianze che non si conformino a questo concetto.
Per questo fa un certo effetto leggere che l’onorevole Conte ritiene invece che la comunità a cui lui appartiene, quella del movimento cinque stelle, presumibilmente, “intende antropologicamente la politica in modo diametralmente opposto” a quella ad esempio di un Renzi. Sotto un profilo antropologico, se il termine aristotelico non ha assunto nei secoli un diverso valore, la politica dovrebbe venir intesa da tutti allo stesso modo. Sono poi le scelte politiche a dividerci, il nostro modo di ragionare. L’antropologia, il fatto che tutti ragioniamo, al contrario, è una categoria che comunque ci unisce. Sarebbe allora interessante capire come invece intende l’antropologia l’onorevole Conte. La sua dichiarazione su Renzi, suscita un dubbio piuttosto inquietante, per cui l’antropologia che per Aristotele era la stessa, con Conte sarebbe diventata diversa.
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