I comunisti si sono sempre ritenuti abilissimi mistificatori, ci hanno provato con tutto, cominciando con il far credere che un colpo di Stato fosse una rivoluzione. Da allora non si sono mai fermati. Il contenzioso russo ucraino nasce con Trotskij quando il vice di Lenin, comandante dell’armata rossa, venne accusato di fascismo. In Italia durante la guerra di Spagna, per discreditare i capi di Giustizia e Libertà Togliatti si inventò il termine “social fascismo”, scopiazzando i suoi capi russi che rivolgevano la stessa accusa agli anarchici catalani e quando il comunista ungherese Nagy promise delle riforme di sistema, Budapest venne invasa perché era finita in mano ai fascisti. Nei primi anni sessanta lo stesso Kennedy sarebbe stato ucciso da un complotto nato nel cuore fascista dell’America. JFK, secondo i comunisti, avrebbe voluto portare il paese verso il socialismo, il rampollo di una famiglia milionaria, pronto a dirsi contrario all’intervento in Vietnam che pure aveva iniziato lui, l’anno stesso dell’omicidio. Per quanto incredibile possa sembrare, queste sono le tesi che si trovavano sulla stampa europea legata ai partiti comunisti fin dalla fin dalla fine almeno agli anni ’70, tanto che Walter Veltroni, segretario dei giovani comunisti di Roma nel 1977, potrà dichiarare impunemente, vent’anni dopo, di essersi iscritto al Pci perché kennediano convinto, e probabilmente era sincero. Anche il cinema hollywoodiano diede il suo contributo, Oliver Stone, gira un film di tre ore, JFK. che da pienamente ragione a Veltroni. Se ci si è dimenticati di Kennedy che spezza le reni alla Russia di Crusciov, e mette il fratello Robert a capo della commissione per eliminare Castro, pazienza.
Anche Putin nella sua miseria ha iniziato con la stessa solfa. La guerra in Cecenia, era indispensabile per sgominare una banda corrotta di venditori d’armi e di droga. Visto che a dir suo questa minacciava di aprire la federazione russa all’integralismo islamico, lo si lascò fare ed abbiamo avuto i massacri su larga scala di Grozny per poi ritrovarci un avanzo di galera come Kadyrov al comando della piazza. Più difficile alzare il tiro contro l’Ucraina e pure nemmeno qui Putin ha avuto scrupoli. L’Ucraina sarebbe nazista e fascista anche se in Ucraina non è mai esistito un partito fascista. L’organizzazione nazionalista ucraina a cui aderirà Bandera era indipendentista ed anticomunista, l’antisemitismo era comune a tutta l’Europa ortientale non era una specificità ucraina. Il movimento nazionalista ucraino combatteva i russi ed i polacchi dal 1928. Il simbolo del tridente, usato ancora da Zelensky, facendo infuriare i comunisti italiani di oggi, precede la svastica tedesca di trecento anni, è il simbolo nazionale che usarono anche i socialisti ucraini nel 1908. L’Ucraina che celebra Bandera, ci spiegano i tirapiedi di Putin, celebra un nazista, o per lo meno un collaborazionista. Bandera come gran parte della popolazione ucraina si illuse che i tedeschi venissero a liberarli e nel 1941 a tutti gli effetti partecipò ad azioni militari contro la resistenza polacca. Bandera era nato in Galizia, agli occhi tedeschi era un cittadino austriaco, il padre si schierò con l’Ucraina durante il conflitto polacco. Bandera ucciderà di persona o sarà comunque coinvolto nell’omicidio di un ministro di quel paese. Sono i polacchi ad avere ragioni di recriminazione contro Bandera ed infatti ancora oggi restano molto prudenti verso gli ucraini che considerano comunque cosacchi. I nazisti arrestarono Bandera nel 1941, prima lo mandano a Berlino e poi visto che quello insiste con l’indipendentismo ucraino, lo internano il 15 settembre nel campo di Sachsenhausen, dove verrà liberato dagli anglo americani nel 1944. Quale ruolo possano aver avuto i collaborazionisti ucraini nell’Olocausto, Bandera era vivo solo perché ritenuto un cittadino di sangue tedesco. Non tutti gli ucraini ebbero questa fortuna, dato che il nazismo considerava gli slavi tutti una razza inferiore. Nei diari del conte Ciano vi è riportata la sua conversazione con Goering delll’anno precedente, quando il ministro del Reich lo informa che Hitler vuole invadere la Russia per avere 80 milioni di schiavi ed in questa cifra sono ricompresi anche gli ucraini.
La dimostrazione di quanto Putin ed i suoi accoliti mentano, si vede nei processi del secondo dopoguerra. Il capo del fascismo rumeno Antonescu, accusato dello sterminio di 250 mila ebrei, viene processato ed ucciso. Altrettanto avviene con il capo del governo ungherese Szalasi, mentre Horty che pure ebbe buoni rapporti con Hitler, non ha nessuna responsabilità nello sterminio, esattamente come non ne ebbe Franco in Spagna. Bandera che venne addirittura internato nei tre anni della soluzione finale, venne protetto dagli americani a Berlino ovest, è un antisemita libero. Il Kgb dovrà avvelenarlo per eliminarlo nel 1959, non avendo capi d’accusa nei suoi confronti di alcun genere. Bandera era una vittima, del comunismo prima, del nazismo poi. L’antisemitismo di Bandera era comune a gran parte della popolazione nell’Europa dell’Est, anche fra i polacchi c’erano antisemiti e comunque neanche i polacchi furono risparmiati. D’altra parte oggi l’Ucraina ha un presidente ebreo a dimostrazione che i tempi dovrebbero essere cambiati. I nazionalisti ucraini non avrebbero mai messo un ebreo capo dello Stato. Solo in Russia rimangono uguali, anzi peggiorano, con un ex Kgb al Cremlino da 25 anni.
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