Il più grave errore politico di Napoleone fu l’accordo con la Russia. Fu per agevolare l’intesa con lo Zar che la Polonia rimase un fantasma. Bonaparte nella campagna del 1807 aveva sconfitto in un colpo solo e nuovamente prussiani e russi. Della Polonia fece un Granducato di Varsavia su 155 chilometri quadrati di territorio lasciando il resto alle potenze spartitorie. Napoleone era convinto che in questo modo la Russia non si sentisse minacciata e fosse soddisfatta dei suoi interessi territoriali. Si era anche fatto convincere che lo Zar Alessandro fosse un riformatore e perché no, un suo ammiratore. Il generale Vendemmiaio vagheggiava un matrimonio con la sorella.
Dal primo giorno di guerra questo giornale ha scritto che per l’Ucraina c’era come sola possibilità la soluzione napoleonica, ovvero la spartizione, oppure una spedizione militare contro Putin che portasse il suo regime alla rovina. Questo sapendo che dopo la spartizione vi sarà lo stesso la ripresa della guerra e che la soluzione napoleonica comprende entrambe le ipotesi come due fasi diverse e correlate, della stessa questione.
Oggi la Russia ha il venti per cento dell’Ucraina sotto controllo, meno di quanto possedesse della Polonia nel 1806. Si può ritenere che dandogli un altro 5 per cento di territorio si soddisfino le sue pretese e trattare un accordo. La proposta Kissinger, insomma. Questo forse fermerebbe la guerra con la Russia in un mese e magari a breve Putin verrà estromesso dal potere, Mosca si democratizza e avremo una pace stabile. L’illusione bonapartista. Altrimenti chiunque sostituisca Putin, la Russia si riorganizza militarmente, l’armata è più a pezzi oggi che dopo le campagne contro Bonaparte, e piuttosto che democratizzarsi, gli slavi sono più fanatici dei mullah, tempo quattro anni la guerra ricomincia, probabilmente prima. Se vogliamo la pace con la Russia bisogna sconfiggerla definitivamente, esattamente come comprese troppo tardi Bonaparte che partì per Mosca contando di restarci.
Molto peggio delle illusioni di Bonaparte, le illusioni europee che aleggiano sul continente. Alcuni Stati si dimostrano convinti che non bisogna irritare Putin più di tanto e che la crisi non si allarghi, quasi che decine di città distrutte e l’epurazione della popolazione autoctona sia insignificante. Anche costoro vogliono la spartizione dell’Ucraina, ma non osano dirlo, se non altro per rispetto del diritto internazionale che al tempo di Bonaparte si riponeva solo sulla spada.
Per questo si consente ad un paese come l’Ungheria, che conta dieci milioni di abitanti, di mettere veti di ogni genere, quando invece bisognerebbe sanzionare anche Budapest. E pure l’Ungheria dai russi fu trattata anche peggio di come lo fu la Polonia. La rivolta del 1848 fu repressa dall’esercito dello Zar, invitato dall’imperatore austriaco a trattare gli ungheresi come meritavano. L’esercito asburgico usava i guanti bianchi a confronto. Da allora gli ungheresi hanno maturato verso i russi uno spirito di sottomissione che non si sono più scrollati di dosso. Bisogna solo evitare che non infettino il resto dell’Unione, a cominciare dai tedeschi, che pure i russi li conoscono bene avendoli avuti in casa per ben 40 anni. A qualcuno piacevano pure.