Il nuovo parlamento europeo appena eletto, si trova davanti un compito molto delicato e difficile quale quello di riformare profondamente le istituzioni del nostro continente. Deve poter realizzare quelle condizioni indispensabili di crescita e sicurezza che vanno garantite alle sue popolazioni.
Mario Draghi meglio di chiunque ha saputo descrivere questa necessità di trasformazione radicale. Nel suo incarico di consulente per la competitività industriale, cosa che richiede oltretutto un’elaborazione strategica originale, non ci sono le condizioni per tentare di scimmiottare il governo americano, Mario Draghi ha spiegato che i rapporti con la Cina, con la Russia, con Africa e Medio oriente, sono tutti, alla luce dei diversi scenari di crisi internazionale, interamente da ridefinire. Per riuscirvi occorre una particolare coesione politica, oggi ancora insufficiente. La Commissione von der Layen, aveva appena iniziato un lavoro che deve poter continuare ed approfondirsi in questa nuova legislatura. Grazie alla tenuta ed in certi casi al miglioramento dei consensi ottenuti dal partito popolare europeo, le forze liberali e socialiste democratiche che hanno dato vita all’Unione Europea, hanno ancora la possibilità di riuscirvi. D’altra parte non si può ignorare la crescita dei movimenti nazionalisti che, in particolare in Francia. potrebbero persino per la prima volta formare un governo con il Front National di Marine Le Pen e creare dei problemi non indifferenti al processo di integrazione in corso.
A maggior ragione il governo italiano deve poter svolgere un ruolo positivo nel processo di riforma ed integrazione europea, sostenendo la politica della nuova Commissione. Di tutto questo ci sembra perfettamente consapevole Forza Italia che appartiene oramai da più di vent’anni al Ppe. Il partito del ministro degli Esteri Tajani intende assumersi le responsabilità che gli competono. D’altra parte, Forza Italia non è più il primo partito della coalizione di governo e rischia che i suoi alleati italiani ne compromettano le meravigliose intenzioni progressiste.
Se il ridimensionamento della Lega è stato tale da rendere complessivamente innocue le intenzioni sabotatrici di Salvini e Vannacci, il ruolo di Fratelli d’Italia a Bruxelles sarà cruciale. Per questo prima ancora di rivolgersi al presidente del Consiglio ci rivolgiamo al partito del ministro degli Esteri. Il governo italiano ha avuto fino a questo momento nel suo complesso un netto comportamento ambivalente. Non ha accettato il Mes, ha contestato il documento di bilancio e pure ha sostenuto la Commissione per quello che riguarda l’aiuto all’Ucraina, cercando ed ottenendo in altre occasioni la stessa collaborazione con il presidente von der Layen.
Forza Italia si ponga il problema di avere un alleato su due capace di soddisfare pienamente le prerogative della prossima commissione europea con un sostegno pieno. Forza Italia rivendica con l’eredità di Berlusconi anche quella di De Gasperi, Adenauer e Schuman, dunque la stessa dei padri costituenti dell’Unione alla cui formazione diedero contributo dirimente anche le forze liberali e repubblicane, da Malagodi a La Malfa. Può trovarsi al governo in una posizione contraria?
Perché nel caso in cui il governo a cui appartiene Forza Italia non fosse capace di trovare una collaborazione piena con le istanze della nuova Commissione, prima di danneggiare l’Europa, verrà danneggiato il nostro paese.