Fra gli attentati dell’11 settembre e quelli del 7 ottobre passa una differenza sostanziale, tale da non consentire un qualche possibile paragone. L’11 settembre minava l’incolumità degli Stati Uniti d’America, non la loro esistenza. Nemmeno Bin Laden pensava di poter distruggere gli Usa. Semmai il suo obiettivo era di mostrarne la fragilità al mondo e questo è stato in effetti il suo grande successo. Anche se gli Stati Uniti decisero di ingaggiare una prova di forza, in realtà l’hanno persa. Per esportare la democrazia in paesi come l’Iraq e l’Afghanistan, avrebbero dovuto impegnare le loro truppe almeno settant’anni. Dopo nemmeno dieci, erano più che stufi e una volta catturato Bin Laden, pensarono bene di levare le tende. Obama nella sua supponenza credeva che sarebbe bastato tendere la mano a chi volesse stringergliela per fare la pace. Non comprese la complessità della situazione creata da un intervento americano in Medio oriente lasciato a metà, o appena abbozzato. Mentre stendiamo un velo pietoso sulle primavere arabe. A momenti rischiavano di cancellare il principale alleato occidentale nella Regione, l’Egitto.
Il 7 ottobre ha un significato politico completamente diverso, come è diversa la struttura politica organizzativa di chi lo ha messo in atto. Hamas non è al Qaeda che non rispondeva a nessuno se non al suo vertice di fanatici religiosi. Hamas è principalmente un’organizzazione criminale che risponde a chi più la paga, l’Iran. L’Iran vuole la distruzione di Israele per imporsi su una comunità islamica che in verità l’ha sempre guardata con diffidenza. Anche causa gli alleati di Teheran. La Russia i mussulmani li ha maciullati in Cecenia, quando la Cina si accontenta di perseguitarli. L’asso nelle manica di Israele è dovuto ai regimi arabi che vogliono restare indipendenti dalle mire di egemonia militare e religiosa dell’Iran. Queste sono aumentate a dismisura dopo il tonfo dell’Iraq. Israele ha già rovesciato la situazione, una volta messa all’angolo Hezbollah. Era attraverso Hezbollah che i mullah iraniani controllano la Siria, spaccano lo Yemen, e si sono spinti persino in Libia. Adesso tutte i loro pasdaran sono delle mosche senza testa.
Si capisce la rabbia di Khamenei che vede stramazzare il suo disegno espansionista verso il mondo arabo. Oltretutto Hamas rappresentava per Teheran il primo piede poggiato saldamente in campo sunnita. Un passo falso, L’Iran non è in grado di annientare Israele e se ancora non l’hanno capito, se ne accorgeranno presto.
Il sette ottobre è il giorno del compleanno di Putin. La Russia era nelle intenzioni la principale beneficiaria dell’assalto dei miliziani di Hamas, quando l’Iran non capiva dove sarebbe finito. Attaccare in modo tanto virulento Israele significava distogliere le attenzioni dall’Ucraina ed indebolirne il sostegno internazionale, cosa avvenuta parzialmente. Israele non dipende più strettamente dall’America come negli anni ’70 del secolo scorso. Da anni Gerusalemme con gli Usa ha un rapporto piuttosto problematico. Soprattutto Putin non si è reso conto di aver inavvertitamente saldato la resistenza ucraina a quella israeliana, ampliando il fronte a dismisura, da Kyiv a Gerusalemme. Un errore fatale per il Cremlino che non può sostenere uno sforzo simile. Se Israele passa alla contro offensiva, il primo ad avvantaggiarsene sarà l’ebreo Zelensky. L’Iran i missili dovrà tenerseli per se stessa, non darli a Putin.
Tutto questo scenario è pressoché completamente estraneo all’Italia dove la vicenda viene letta ancora con gli occhi del secolo scorso. Eppure non si tratta di poter creare uno Stato palestinese, che in realtà non interessa più a nessuno. L’Iran vuole distruggere Israele per puntare al crollo dei regimi arabi moderati e trovarsi in una posizione di forza nei confronti del sauditi. Putin vuole l’annessione dell’Ucraina e ricongiungersi nel mediterraneo con il suo alleato in Libano. Un piano molto ambizioso che il sette ottobre si è scontrato con un elemento scabroso, la resilienza ebraica. Tolstoj, che disponeva di doti psicoanalitiche che al Cremlino mancano completamente, l’avrebbe definita, spirito di vendetta. Brutta cosa dovercisi misurare pure per chi siede su un’atomica.