Martedì scorso il direttore dell’Istituto Affari Internazionali, Nathalie Tocci, annotava in un articolo su La Stampa che il nucleare, da forma di deterrenza è divenuto una di ricatto. Cosa che lasciava il direttore, bontà sua, per lo meno perplessa. Le spie occidentali che nel secolo scorso diedero ai russi gli elementi per sviluppare una propria bomba atomica, non lo fecero per distruggere il mondo. Lo fecero per impedire che una parte distruggesse l’altra. La guerra atomica non offriva allora più la possibilità di vedere emergere un vincitore. Per cui conveniva attenersi ad una rigida ripartizione dell’ordine mondiale. Le sfere di influenza stabilite a Yalta e quali che potessero essere state le tensioni fra le due super potenze, tutto sembrò procedere bene fino al 1963, ovvero quando i russi cercarono di mettere i missili a Cuba. Missili, non necessariamente testate atomiche che mai arrivarono nei caraibi. E perché i russi volevano ingaggiare Cuba, fuori dalla loro area di appartenenza? Perché l’America aveva missili in Turchia in grado di colpire la Russia. L’operazione di impiantare una base missilistica a Cuba venne condotta in gran segreto e appena fu scoperta, si aperse la crisi. A quel punto la Russia avrebbe potuto colpire l’Europa, al limite, Londra, non gli Usa, o giusto la Florida con la flotta. Per cui, a parte la messinscena mediatica avvolgente, l’epilogo era scontato. Crusciov aveva i piedi per terra, almeno quello.
Con i missili a Cuba, o in Cile come si riprovò più tardi con Allende, la Russia avrebbe potuto mettere l’America nel mirino. Anche nel caso cileno, non necessariamente erano previste testate atomiche. La più piccola testata atomica dovrebbe pesare 135 chili. Nessuno l’ha mai sparata su un missile. Il margine di rischio sarebbe troppo elevato, causa la Teoria delle probabilità. I fisici sono innanzitutto matematici. Missili e bombe atomiche si testano separatamente, e non c’è l’assoluta certezza che messi insieme funzionino. Al contrario, c’è un margine di errore per cui il missile non arrivi a destinazione, o non esploda, o possa essere deviato dalla sua traiettoria ed esploda in mare o in aria, sulla testa di chi l’ha lanciato. Nel corso di quest’anno la marina inglese si è portata avanti con gli esperimenti dai suoi sommergibili nucleari ed ha solo ottenuto fallimenti. Quelli russi conosciuti, il K19, il Kursk, sono stati dei disastri epocali. Se è una follia, in generale, una guerra atomica, è una follia ancora più assurda una guerra atomica missilistica. L’unica guerra atomica capace di avere una migliore possibilità di successo, avviene tramite i bombardieri. Carichi la bomba, ti alzi in volo e se l’aereo non cade, la getti su quello che vuoi. L’America ha appena spostato i suoi b 52 statotortress in Polonia, al confine russo. Questo è stato un atto molto più intimidatorio del missile balistico della gittata di seimila chilometri che colpisce ad una distanza di duemila un qualsiasi edificio ucraino. La Russia che distrugge i palazzi, ha la tecnologia adeguata per intercettare ed abbattere le squadriglie del bombardieri atomici più avanzati al mondo? Perché se mai mancasse anche un solo bersaglio, la Russia, sparasse pure tutto quello che le pare, non esisterebbe più.
Putin ha preso molto male la decisione statunitense di autorizzare gli ucraini a usare i missili loro riforniti sul suolo russo. Perché invece di minacciare l’occidente indistintamente, la Russia non colpisce subito l’America? L’America di Biden ha finalmente deciso di rispondere ai russi in modo adeguato e Putin ha annunciato la terza guerra mondiale. L’Italia che però non ha autorizzato alcuno utilizzo dei suoi poderosi missili forniti all’Ucraina oltre i mille metri, è nazione non belligerante. Dal che la domanda al governo italiano, considerata la drammatica evoluzione della situazione, che senso ha tanta tardiva prudenza? O Putin va davvero alla guerra totale, lui che conduceva una qualsiasi “operazione speciale”, oppure, se ha un minimo di residuo buon senso sovietico, si dà una calmata e ci ripensa. In entrambi i casi, l’Italia la sua figura penosa l’ha già fatta e senza nemmeno bisogno di essere attaccata.
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