L’amico Matteo Bettini responsabile del Pri a Cremona è intervenuto con due articoli sulla stampa locale che riproduciamo integralmente
Cremona si trova al centro di poli urbani che dovrebbero essere facilmente accessibili. Per diventarlo bisognerebbe però migliorare le infrastrutture ferroviarie e stradali. È questo uno dei grandi temi da affrontare se si vuole avere come obiettivo una crescita socio economica della città. Pertanto si dovrebbe pensare alla creazione e allo sviluppo di un nodo ferroviario che consenta di avere accesso ad un servizio Ferroviario Regionale, inteso come trasporto rapido, perché questa è l’unica risposta possibile ai problemi dei disservizi legati al pendolarismo e alla crescita del traffico auto veicolare. In Lombardia abbiamo oggi circa 900 mila spostamenti giornalieri su auto definiti essenziali, di cui circa 500 mila dipendenti dal pendolarismo. La Mobilità dovrebbe intendersi come sistema e dovrebbe essere il vero tema intorno al quale Cremona costituisca, con le amministrazioni pubbliche della Lombardia sud, un progetto sinergico per evitare un ulteriore isolamento che significherebbe un’ulteriore decrescita. Servirebbe quindi una visione meno daziale del territorio e una concezione di Cremona come centro nevralgico di un’ area ben più vasta che comprenda anche i paesi limitrofi. Il problema della città è di peso politico e di rappresentatività, la cui assenza o debolezza determina il progressivo abbandono di un’ area produttiva. L’annuncio per l’annuncio finalizzato solo a cercar consenso è un grave errore perché la mobilità di ognuno di noi è sinonimo di qualità della vita.
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Per intervenire in merito al tema dei quartieri e della viabilità crediamo che Cremona rappresenti, nell’idea della “città dei 15 minuti”, una realtà meno utopica rispetto ad altre, ma questo modello non può essere in antitesi con la natura dell’abitare contemporaneo strettamente legato alla sinergia di relazioni di prossimità e di relazioni a distanza possibili attraverso una rete primaria ben strutturata.
Ridefinire le gerarchie stradali cittadine comporta una valutazione critica che parte dal principio che non si possono perdere le relazioni di interquartiere e le direttrici di collegamento tra le diverse parti della città e tra la città e i paesi circostantl.
È questa la principale condizione perché possa risultare possibile la concezione di quartieri intesi contemporaneamente come isole ambientali e zone sicure.
La necessità di liberare i quartieri dal traffico di scorrimento comporta, senza forzature ideologiche, l’individuazione di direttrici primarie alle quali garantire scorrevolezza, a velocità costante e moderata, con una fluidità che comporta una diminuita quantità di emissioni.
Questa condizione garantirebbe la possibilità di dare una configurazione nuova agli spazi urbani, non solo dentro la Cremona delle vecchie porte ma in tutti i quartieri.
Sarebbe quindi opportuno agire con interventi appropriati che tengano conto della diversa complessità di configurazione morfologica di ciascuna area urbana.
Bisognerebbe inoltre garantire che l’andatura dei autoveicoli sia modulata non solo grazie alle prescrizioni sui limiti di velocità, ma soprattutto grazie ad interventi sugli spazi stradali e ciclabili che dovrebbero essere funzionali ad una nuova qualità ambientale e capaci di assicurare la convivenza, in sicurezza, di pedoni, ciclisti e monopattini con moto, autovetture, mezzi di servizio e trasporto pubblico.
Una rete quindi strutturata rafforzerebbe un vero equilibrio tra funzionalità, tutela ambientale e sicurezza dei cittadini.
Fusignani ha ricordato Luciano Biasini
Il segretario del Pri della Regione Emilia Romagna, responsabili Enti Locali nazionali del partito, Eugenio Fusignani, ha ricordato la figura...