Per una volta che si poteva lodare il senatore Manconi, su Repubblica è appena apparso un suo articolo che spiegava l’eticità della resistenza armata all’invasore, gli sono piovute prima addosso le critiche del movimento non violento e passi, e poi del presidente dellì’ Anpi, Gianfranco Pagliarulo. Che i non violenti vogliano porre l’altra guancia a Putin, si capisce, anche se Gandhi si opponeva alla civilizzatrice dominazione britannica e non sappiamo come si sarebbe comportato davanti ad un colonialismo russo. Mentre il presidente dell’ Anpi temiamo prenda un errore storico colossale. Egli scrive che “gli Alleati erano in guerra da anni col blocco nazifascista, e quindi con la Germania occupante”, mentre “l’Italia non è in guerra con la Russia”. Ci sarebbe di che restare di sasso, perché l’Italia mica era schierata con gli alleati, era schierata con la Germania nazista, al punto che caduto Mussolini il governo Badoglio dichiarò che la guerra continuava.
Se la scelta degli alleati di armare gli antifascisti italiani fosse dipesa dal tempo della durata dei combattimenti contro le forze dell’asse da parte dell’Italia, che ne faceva parte, i nostri valorosi partigiani avrebbero anche potuto raccogliere pomodori. Per cui se si dovesse seguire il ragionamento storiografico del presidente dell’associazione nazionale partigiani la sua associazione sarebbe rimasta disarmata e chissà mai se sarebbe esistita. Tanto varrebbe allora sposare le ragioni della non resistenza all’invasione, soprattutto se si teme il conflitto nucleare, e quindi prostrarsi alle pretese di Putin per evitare un allargamento ed un’intensificazione della guerra. Se i nostri partigiani se ne fossero appunto rimasti tutti in campagna per dedicarsi alle cure dell’orto, non c’è dubbio alcuno che le ultime fasi del conflitto bellico in Italia non avrebbero patito rappresaglie, ad esempio quella per via Rasella.
Abbiamo oggi quindi un presidente dell’ Anpi che sulla base del suo ragionamento di voler evitare l’intensificazione della guerra, potrebbe essere d’accordo con coloro che condannarono quell’attentato all’esercito tedesco occupante, il che rappresenterebbe sicuramente una novità storiografica e politica interessante. Purtroppo se l’Italia e l’Europa seguissero il consiglio del presidente Pagliarulo, la neutralità, il conflitto non si fermerebbe affatto perché la potenza dell’arsenale ucraino dipende dall’America e dall’Inghilterra, che certo non vi rinunceranno. Quei paesi esprimono ancora i valori di libertà e di indipendenza che il presidente dell’ Anpi non riconosce. La ragione di questa solidarietà anglo americana è semplice, la popolazione ucraina a differenza di quella italiana del 1945, i nostri partigiani erano una valorosa minoranza, ha deciso di combattere e di resistere agli invasori. Per questo forse sarebbe il caso che l’Associazione nazionale dei partigiani si domandasse sull’opportunità di chi la rappresenta, soprattutto a pochi giorni dal 25 aprile