Con l’esternazione al seggio elettorale dI Milano gli italiani hanno potuto avere la visione completa della parabola politica di Silvio Berlusconi, dalla speranza profonda di rinnovamento e miglioramento della nostra società sino alla pugnalata alla spalle inferta al suo alleato di governo. Probabilmente ritenere Berlusconi una promessa di rinnovamento della società era una pura illusione, perché egli non era affatto un uomo nuovo. Era un navigato imprenditore di successo la cui fortuna si doveva anche ad un apposita legge sul duopolio televisivo, quando alcuni pretori avevano semplicemente oscurato la sua emittente. Fu tale il torto subito in quell’occasione che subito si trovò chi difese il diritto della libera concorrenza e giustamente. Purtroppo nessuno aveva messo in conto cosa sarebbe significato per la televisione pubblica mettersi a competere con un fenomeno commerciale in termini di programmazione e scelte editoriali. Se la televisione di Stato aveva avuto un ruolo educativo per milioni di cittadini dal momento della sua istituzione, appena iniziò un confronto con un campione di incassi, avviò il processo di decadimento culturale che ha colpito rapidamente l’intero paese. Mai Berlusconi giunto al governo si preoccupò di una simile questione, anzi abbiamo come l’impressione per lo meno dalle cronache che all’apogeo del suo successo Berlusconi si occupasse di tutte altre questioni, non necessariamente edificanti. Dotato poi di un’intelligenza brillante egli comprese come ad un passo rocambolesco ne doveva succedere uno più regolare e la sua azione politica ebbe anche un qualche effetto positivo per la stabilità italiana, ma mai sufficientemente duraturo, soprattutto se convinto che un sistema bipolare maggioritario così divisivo, anche perché imperniato sulla sua persona, avrebbe potuto in qualche modo rafforzare la democrazia italiana piuttosto che il contrario. Se la partecipazione degli italiani alla vita politica è scemata ai livelli di voto delle ultime regionali, questo è dovuto anche al ruolo svolto da Berlusconi.
Poiché non siamo propensi a credere ai cavalieri neri, riconosciamo volentieri a Berlusconi alcuni momenti positivi della sua epopea, ad esempio quando decise di sostenere Draghi, non fosse che troppo presto gli giocò lo scherzo di votargli contro e se vogliamo quel voto fu molto più grave politicamente di quello dato da Conte e Salvini. Rappresentava pur sempre il partito popolare europeo Berlusconi, come lo rappresenta anche oggi. Invece Berlusconi sul piano internazionale poteva vantare lo spirito di Pratica di Mare, ovvero quando seppe estendere un punto di contatto positivo fra la Russia di Putin e l’occidente atlantico. In quel momento l’occidente atlantico era impegnato in una guerra dettata dalla devastazione delle Torri gemelle e dalla minaccia del terrorismo fondamentalista che riguardava la stessa Russia. Di questo Berlusconi non si è accorse proprio, ovvero che una ragione rilevante del radicalismo islamico derivava non solo dall’aggressione russa all’Afghanistan, ma dalla guerra di sterminio condotta da Putin in Cecenia che pure l’Occidente gli permise di compiere per il nostro quieto vivere. La guerra in Ucraina non riguarda qualche decine di migliaia di persone assiepate sul Caucaso, ma uno Stato indipendente più grande della Francia e che conta una popolazione di sessanta milioni. Putin la sta bombardando da un anno. Riconoscere come ragione di questo l’aggressione di Zelensky alle repubbliche del Lugansk che non esistono, sono pezzi del territorio ucraino strappate con la forza dei russi, è tesi ridicola che mostra il profilo clownesco di chi la pronuncia. Non ci sarebbe nemmeno da prenderla in considerazione, non fosse che il partito di Berlusconi sostiene un governo perfettamente allineato con la comunità europea e la Nato impegnato in una direzione opposta e questo impegno del governo è qualificante per la sua intera azione politica. Per cui non si capisce, non per chi non sopporta più Berlusconi da anni o magari, non lo ha mai sopportato, ma per chi ci ha vinto le elezioni e ci governa insieme, come possa ancora ritenerlo, dopo quanto dichiarato, un partner affidabile.