Le cattive notizie sulla guerra in Ucraina, rispondiamo al segretario Nato Stoltenberg che ne ha promesse a proposito, le abbiamo avute appena saputo che l’esercito di Kyiv aveva deciso di passare alla controffensiva senza disporre di un supporto aereo. A meno che l’esercito russo fosse in rotta, una simile operazione si sarebbe tramutata in un disastro perché è evidente che l’esercito ucraino non sappia nemmeno cosa sia una controffensiva, ed un successo difensivo, non significa necessariamente poter contrattaccare.
La Nato appena i russi hanno iniziato ad ammassare truppe sul Donbass ha fornito il sufficiente sostegno bellico a Kyiv per reggere l’urto, anche grazie anche all’assoluta incapacità bellica mostrata da Mosca. A quel punto sarebbe servita una valutazione politica della situazione che non c’è stata. Perchè se i russi avessero detto, bene ci abbiamo provato è andata male si sarebbe anche potuto lasciare Zelenskj lanciare un contrattacco che non sarebbe servito a niente. Ma se i russi invece negano di aver sbagliato il colpo e si attrezzano per sostituire i trecentomila morti con altri trecentomila ecco che bisogna passare ad un piano b in cui nessun soldato e nessun proiettile ucraino va sprecato. La Russia ha dieci volte la potenza di fuoco dell’Ucraina. Soprattutto l’Ucraina non dispone della massa umana necessaria per un’operazione di attacco, quando in difesa puoi anche mettere degli impiegati di banca dietro ad un fucile, cioè quello che leggendo le cronache ora sta avvenendo. La Russia ha perso i suoi principali corpi di élite in un anno di attacchi inutili nel Donbass, ma dispone di una catena consolidata per ricostruirli ed intanto arruola i dipendenti pubblici da mettere in trincea, L’Ucraina una volta persi i corpi di èlite hai voglia a ricostruirli e soprattutto non dispone nemmeno degli elettricisti sufficienti da mandare allo sbaraglio.
E’ possibile che le sanzioni occidentali abbiano avuto un effetto sulle capacità di riarmo dell’esercito russo. Per quello che concerne l’aereonautica, sicuramente, infatti anche i russi la risparmiano, non possono procurarsi i sufficienti pezzi di ricambio e nemmeno la tecnologia adatta per missioni di precisione. Tuttavia, per colpire una popolazione, non c’è bisogno di bombe chirurgiche, bastano anche i ferrovecchi iraniani ed i petardi nordcoreani. Speri cento missili a casaccio, 90 vengono intercettati, tre esplodono per aria, sei nei campi, basta che uno centri un supermercato ed ecco due morti e dieci feriti quotidiani. Questa è la guerra di successo su cui può contare Putin e l’unica che una volta intrapresa può farlo vincere. Per la semplice ragione che nessuno bombarda la Russia indiscriminatamente, si colpiscono le basi militari russe in Crimea al limite, le navi e addirittura qualche obiettivo oltre confine, questo è tanto. Per piegare la Germania nazista non si misero delle sanzioni, si rasero al suolo le città tedesche.
Se la Nato non può osare tanto, la guerra è persa in quanto i russi ti bombarderanno per altri vent’anni e tu non li sloggi, sono pur sempre al confine, l’Ucraina era un loro protettorato, c’era l’etmano in Ucraina al tempo dello Zar. Sei mesi fa la guerra era vinta. Putin aveva fallito su tutta la linea e consumava una brigata al giorno a Backmuth, tanto che gli hanno provato un colpo dii Stato. A quel punto la Nato doveva estendersi all’Ucraina o minacciare di farlo nel caso Putin non si ritirasse completamente, pronta ad assumersi tutte le conseguenze di una simile scelta, cominciando dal confronto diretto. Non puoi lasciare gli ucraini contro i russi per più di un anno, lasciarli credere che possano lanciare una contro offensiva. E Putin non è in grado di sfidare la Nato, altrimenti sarebbe già in Polonia. Può invece disossare l’Ucraina pezzo a pezzo anche perdendo mille uomini al giorno, cosa gli importa. Stalin ha ucciso 4 milioni di russi nelle purghe solo per consolidare il suo potere, Putin può eliminarne il triplo in un sogno di grandezza del suo paese da ripristinare. Non sta sbagliando i conti Putin, li sbagliamo noi senza ancora essercene resi conto,
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