Quando un capo di Stato, o quello che è l’ayatollah Khamenei, si presenta alla folla con in mano un fucile e annuncia di ritenere legittimo assassinare indiscriminatamente la popolazione di un altro Stato, come è avvenuto il sette ottobre scorso, si espone a qualunque forma di ritorsione. “Bisogna eliminare Israele”, ha detto Khamenei, come se fosse la cosa più naturale al mondo. Se qualcuno avesse mai avuto dei dubbi su chi fosse l’ispiratore ed il mandante della crisi apertasi in medio oriente, dopo questo discorso, dovrebbe averli risolti
Eppure in queste ore si sta svolgendo una discussione internazionale sulla necessità di evitare un attacco ai siti nucleari iraniani, quando pure Tel Aviv si deve essere convinta che nessun rischio possa essere peggiore di un Iran in possesso dell’arma atomica. La priorità di Israele diventa necessariamente fermare qualunque ulteriore progresso dei mullah nell’arricchimento dell’uranio, e questo con qualunque mezzo e a qualsiasi costo. Come alternativa bisognerebbe eliminare direttamente Khamenei, sperando di destabilizzare politicamente l’Iran.
In entrambi i casi Israele potrebbe fallire. Il progetto nucleare iraniano è andato avanti senza tener conto dei limiti imposti nel 2015. I siti sono molti distanziati e diffusi. Interdipendenti fra loro, impossibile colpirli tutti. Lo stesso martirio di Khamenei potrebbe rivelarsi controproducente. Per questo Israele sta valutando tutte le possibili opzioni anche quelle non previste. Se spesso i leader iraniani hanno fatto la voce grossa, più per impressionare che per altro, oramai siamo giunti al punto di non ritorno.
Nel mondo occidentale dove c’è chi lascerebbe tranquillamente l’Ucraina alla Russia, figurarsi cosa importa di Israele. Da anni si sostiene la necessità di uno Stato palestinese senza quasi rendersi conto che questo oramai rappresenterebbe una minaccia in più, non in meno, nella Regione. In Italia poi ieri sera si è pensato bene di intervistare il ministro degli esteri iraniano al tg 3, che ha detto pacificamente di non volerla la guerra. Gli basta che Israele si lasci tagliare il collo. Mentre sui giornali si legge dei duemila missili iraniani, in verità sono almeno tremila, pronti a colpire Israele per rappresaglia. Tutto per dire che l’Iran non si può sconfiggere, così come non si può sconfiggere la Russia. Solo le democrazie possono perire e oggi avremo a Roma una manifestazione pro Hamas, come se ne sono viste persino a Londra. A Parigi, dove non se ne fanno, la situazione è pure peggio. In Germania cresce la Afd, in Austria vince la FpOE, manca solo che tutta questa bella gente si metta ad indossare gli stivali.
Indipendentemente da quello che faccia o non faccia il governo israeliano, il torto è la sua presenza. Israele dovrebbe semplicemente sbaraccare e trasferire la sua popolazione, magari in Madagascar, come suggeriva una personcina garbata come Hitler nel Mein Kampf , ma a questo punto andrebbe bene anche il deserto australiano. Aspettiamo di vedere presentare una qualche proposta.
Incredibilmente Israele trovi più comprensione nel mondo arabo che in occidente. L’Iran ha sfasciato il Libano e lo Yemen per potervisi insediare con i suoi gregari, e bisognerebbe anche capire se poi Assad sia contento dell’operato di Hezbollah per tenerlo al potere. Paesi come la Giordania e lo stesso Egitto, avrebbero ragione di preoccuparsi, mentre da sempre preoccupati sono i sauditi. L’Iran, come l’Antica Persia è stata sempre una minaccia per il mondo arabo che gli ebrei non hanno mai rappresentato nemmeno ai tempi di re Davide. Basta vedere le mappe più antiche. Quella dell’impero achemenide al massimo della sua potenza nel 500 avanti Cristo, quando regnava Dario si estende dal Sinai al golfo persico. I regimi arabi ancora se lo ricordano, quando da noi in occidente, nemmeno si ha idea di fin dove voleva spingersi l’impero russo che pure arrivò a Milano. Ci sarà pure una ragione se Iran e Russia sono felicemente alleati da più di 50 anni. Diversi su tutto, una cosa in comune ce l’hanno.
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Oggi possiamo anche dire che all’epoca fu la debolezza degli USA che permisero a Komeini di impadronirsi dell’Iran. Oggi è l’occasione per Israele e non solo per quel Popolo distruggere i laboratori dove cercano di fare l’atomica. Sarebbe più semplice demolire Kamenei. Il pesce puzza sempre dalla testa