Nella storia militare non si era mai visto un esercito delle dimensioni di quello russo attaccare un paese armato da terzi e dopo averlo bombardato per tre anni, conquistarne circa il venti per cento del territorio. Non bastasse un simile smacco, c’è lo sfregio che l’aggredito occupa persino un lembo di suolo russo, tale da restargli ancora in mano, mentre Putin ha fretta di proclamarsi vincitore di un fallimento clamoroso.
La Russia in questa offensiva sciagurata, dove ha lasciato sul campo almeno quattrocentomila uomini, se ne contano anche seicentomila, ha perso la Siria che era sotto il suo controllo da settant’anni. Forse la Russia ha attaccato l’Ucraina, per annettersi un paese confinante? L’Ucraina non rappresenta più quello che fu a lungo per la Russia nel secolo scorso, il suo granaio. L’unico progresso tecnologico compiuto dai russi nel nuovo millennio è quello alimentare. I russi non patiranno mai più la fame, grazie alla rivoluzione delle colture. Oggi esportano grano. Allora hanno attaccato l’Ucraina per difendere le cosiddette Repubbliche del Lugansk e del Donbass, dalla furia dei nazisti di Kyiv? Cosa che fa un po’ ridere, perché se si voleva difendere i russofoni, non c’era bisogno di bombardare Leopoli. Solo Marco Travaglio può credere che l’Ucraina rappresenti una minaccia per la Russia. La base statunitense nell’Oceano indiano di Diego Garcia è una minaccia per la Russia.
Putin voleva arrivare ad Odessa in modo di collegarsi direttamente alla Siria e di là all’Africa dove da più di un decennio la Russia ha i suoi interessi espansionistici. La legione Wagner. un vero capolavoro strategico, meglio degli affreux di Bob Denard. .Per chi se lo ricorda, Denard voleva farsi re delle Comore. Prigoìzhin, non lo sapremo mai cosa volesse. E si che la Wagner si era ramificata nel Sahel, in Mozambico, nel sud del Congo. Tutto svanito dopo la morte del Lin Biao di Putin. Valgono davvero trecento miliardi le terre rare del Donbass? Non basterebbero a coprire le spese di guerra.
L’odio di Putin per Obama derivava dal fatto che il presidente americano considerava la Russia una potenza regionale. Non valeva nemmeno la pena preoccuparsi dell’occupazione della Crimea. Per Obama, Putin poteva tranquillamente prendersi il mar Nero, entrare nel Mediterraneo e non sarebbe cambiato comunque nessun equilibrio geopolitico. L’America ritiene la situazione africana troppo confusa perché qualcuno possa più approfittarsene. Le multinazionali statunitensi si sono appena affacciate con Bush e presto hanno fatto fagotto. Allora è scattata la competizione fra russi e cinesi, tale da rendere difficile un’egemonia netta a favore di una parre. Per lo meno, fino a che la Siria non si è schiantata di botto. Adesso i cinesi hanno la strada spianata, perché appunto i russi si sono liquefatti.
Che in queste condizioni Trump voglia chiudere la guerra prima che la Russia si autodistrugga è per lo meno comprensibile. La Cina è la vera potenza che lo preoccupa, mentre vorrebbe disimpegnarsi dal fronte occidentale, Trump sta spostando i b19 a Seul, ridistribuendo truppe a Guam, rinforzando le basi nelle Filippine. Tutte cose di cui qui in Europa nessuno si accorge. Zelensky è l’ultimo problema di Trump. L’importante semmai è che l’Ucraina mantenga una entità indipendente per rimborsare i crediti, non chi la guida. Conti alla mano, anche sfruttando l’Ucraina per decenni, difficilmente si recupererebbero ii dollari che si ritiene essere stati erogati. Piuttosto bisognerà erogarne altri per tutelare questo patrimonio di porti, ferrovie, centrali elettriche che deve tornare a produrre reddito. Il debito con gli americani è più sicuro di un ombrello atomico per gli ucraini. Significa che l’Ucraina rimarrà sotto la tutela statunitense per tutto il tempo che si ritiene necessario.. Putin può considerarsi fortunato ad essere ancora in sella. Se ci rimane, farebbe bene a dedicarsi a qualche riforma, anche perché con tutti gli oligarchi che ha fatto fuori in questi ultimi mesi, in Russia tanto varrebbe intraprendere la carriera militare, piuttosto che quella finanziaria.
Domaine de Vizille Musée de la Révolutin française
Un’altro “merito” di Putin è l’adesione alla Nato della Finlandia e Svezia.