Carlo Calenda, ha rilasciato ieri un intervista al Corriere della Sera nella quale spiega che “da molto tempo è in atto un tentativo da parte idi Giuseppe Conte di comandare nel campo cosiddetto progressista”. Calenda dice di aver sentito l’onorevole Schlein per capire quale fosse un candidato che loro potessero sostenere, ed il segretario del Pd gli ha risposto di non avere nomi e che “ovviamente lo avrebbe condiviso prima”. Poi gli hanno fatto trovare “non solo un nome, ma anche una coalizione già fatta che recepiva un veto di Conte su Azione”.
A questo punto Azione verificherà con il governatore della Basilicata il da farsi. La Basilicata è una regione in cui Azione prese il 12 per cento. Il Pd lucano è completamente spaccato. La candidatura di Lacerenza appare a Calenda completamente improbabile, di “una persona che non ha mai fatto politica o amministrato e che ha subito dichiarato che per lui non è importante vincere”. Calenda dice anche al suo intervistatore che non si era mai visto nella storia che un partito come il Pd accettare “veti da uno che vale la metà del Pd, non sa scegliere tra Biden e Trump, vuole la resa dell’Ucraina” e il Pd fare finta di niente, “pensando di addomesticare il populista”, quando “è il populista che sta addomesticando lui”.
Riguardo a quelle che possono essere le ricadute della vicenda lucana sul campo delle opposizioni, Calenda ritiene che il M5S abbia “dato mandato di mettere veti su tutte le coalizioni con Pd che comprendono Azione”. Nel mentre la Schlein “rimane in silenzio”. Azione nelle elezioni locali prende la decisione su chi appoggiare in base ad una valutazione di competenza del candidato. Ma se la linea del Partito democratico è quella di lasciare a Conte le decisioni su ogni coalizione, questo per Azione è inaccettabile. Tutto nasce con il Conte 2 e con il racconto del “grande punto di riferimento dei progressisti”, dice ancora Calenda. “Quello che aveva fatto i decreti sicurezza e che il Pd chiamava burattino di Salvini”, oggi viene inseguito dallo stesso Pd.
Calenda rivendica la nascita di azione per “rompere questo bipolarismo e sollevare questo Paese dall’eterno conflitto ideologico che lo sta disintegrando”, per cui così come vota i provvedimenti del governo quando li ritiene giusti, continuerà a fare altrettanto con le proposte del Pd che gli sembrano convincenti. “Ma l’azione politica coordinata dell’opposizione non ci potrà più essere se è Conte a dirigerla anche per il Partito democratico. Andando avanti così vedrete che presto il Pd si allineerà a Conte anche sul supporto all’Ucraina. È scritto”.
Calenda al Corriere fa anche una previsione. “Alle prossime elezioni politiche il centrosinistra candiderà Conte alla presidenza del Consiglio, perché questa, per lui, è l’unica condizione per accettare di fare un’alleanza. Quelli del Pd stanno andando a finire così. E tutto ciò, mi spiace dirlo, sta avvenendo nel silenzio dei riformisti del Pd. Alla fine come si sono fatti andare bene il Conte 2 si faranno andare bene Conte leader”.