Dobbiamo essere grati agli amici di Martorano, per essere riusciti, ancora una volta, a replicare il miracolo. Il miracolo di una Festa, che porta il nostro nome, che vuol dire per tutti qualcosa e che noi mettiamo dentro un sostantivo solo: tradizione. Così gli amici romagnoli, ben 70 volontari, sono riusciti a fare una quattro giorni di eventi al Parco Endas, una “finestra di dialogo culturale-ricreativo”, che è stata festa di popolo, sociale, come diceva un tempo la migliore mazziniana. Perché repubblicano non vuol dire essere questo o quello, non vuol dire fare il partigiano, repubblicano vuol dire corpo unico, senza classi, un unico, patriottico, sentire.
E il Patriottismo si è seduto a tavola, come nelle serate estive anche le altre feste dedicate ai giornali di partito, pensiamo alla Festa dell’Unità. Per ritrovarsi con allegria attorno agli strozzapreti al ragù, ai tortellini, al castrato, alla piadina, con litri di Sangiovese e la pista per il liscio. Non sono mancati momenti di dibattito politico. Il nostro direttore responsabile, Paolo Morelli, è tra l’altro intervenuto con Davide Giacalone, insieme hanno ripercorso la crisi di governo e fatto il punto sulla campagna elettorale.
«Ringrazio tutti gli amici per questa splendida iniziativa che ogni anno riesce ad entusiasmarci», ha detto il segretario nazionale del Pri Corrado De Rinaldis Saponaro. «Speriamo che l’anno prossimo la Festa de La Voce Repubblicana sia replicata in più parti d’Italia». Perché i repubblicani sono ancora qui. Con la stessa voglia di continuare a scrivere il futuro con il meglio del loro straordinario passato.