Con tutto il rispetto per il nuovo direttore de “Il Riformista”, scrivere che “zittire un ministro è da fascisti” è qualcosa priva di senso storico, in quanto sotto il fascismo semmai parlavano solo i ministri ed erano zittiti tutti gli altri. Per cui chi zittisce, un ministro, può essere un antidemocratico, un violento o semplicemente un maleducato, difficilmente è un fascista, proprio perché i fascisti stavano al potere non all’opposizione. È una questione molto delicata, perché se il fascismo è un “male assoluto”, allora qualunque nequizia si può imputare al fascismo, se invece il fascismo è un fenomeno storico, ecco che le forme di violenza lo precedono e in particolare, cento cinquant’anni prima i coloni americani zittirono prendendoli a cannonate i ministri del re d’Inghilterra e non c’erano fascisti da nessuna parte.
Della penosa kermesse messa in piedi al salone del libro di Torino si può dire che su una cosa ha ragione la signora Murgia. L’Italia non ha fatto i conti con il fascismo e non li ha fatti perché c’erano due soli modi. Il primo prevedeva un processo sul modello di Norimberga, il secondo, richiedeva l’eliminazione sommaria dei sostenitori del fascismo sul modello titino applicato in Istria. Si è scelto invece una terza strada, eliminare sommariamente Mussolini ed alcuni gerarchi per poi proclamare una bella amnistia. E va notato che l’amnistia è iniziativa di Togliatti. A dare un senso teorico a questa scelta fu l’emerito professore Ernst Nolte con il suo il fascismo nella sua epoca. Per Nolte Mussolini ed Hitler erano gli unici responsabili del disastro ed il fascismo si concludeva necessariamente con le morti di entrambi. Persino Himmler senza di loro sarebbe stato un qualsiasi allevatore di polli. Questa tesi espressa nel 1966 è quella che meglio interpreta la costituzione italiana che tempo 5 anni dall’esser stata promulgata consente ai responsabili del regime fascista, quelli rimasti vivi evidentemente, di godere di tutti i diritti democratici, escluso la ricostruzione del partito fascista, che del resto senza Mussolini sarebbe impossibile.
Per questo hai voglia a sprecare l’accusa di fascismo contro questo o quello, come pure fa la signora Murgia, il fascismo è stato definito facilmente dalla figura di una personalità per cui le donne stavano a casa e le opposizioni non contestavano un bel niente. L’antifascismo è invece molto più complesso. Ha consacrato Benedetto Croce che nel 1924 dopo il delitto Matteotti votava la fiducia a Mussolini e donava ancora l’oro alla patria nel 1933 e condanna il senatore La Russa nato nel 1947 perché ha il busto del duce in casa. Eppure la Costituzione antifascista non impone sentimenti antifascisti, in quanto in un regime antifascista ognuno la pensa come gli pare, dice quello che gli pare e risponde solo alla legge del popolo sovrano.
La Repubblica italiana è stata generosa. Essa ripone la sua forza nell’educazione alla libertà, rinunciando ad ogni forma di dispotismo indotto. Per vivere si affida alle sue capacità di governo e di selezione della classe dirigente, alla sua autorevolezza, non certo alla sua autorità. La Repubblica non dispone di nessuna arma a sua difesa, se non la democrazia stessa, tanto che è capitato di assistere a sbandamenti clamorosi e ancora ne potranno avvenire. I vecchi missini, che ovviamente non sono antifascisti e hanno pienamente diritto costituzionale di non esserlo, non si sono mai lamentati più di tanto. Solo qualche volta dietro la loro maschera compunta traspare una insofferenza per la politica americana che i nostri governi devono comunque supportare, anche ora che ci sono giunti loro al governo, i vecchi missini! Si consolino. Fossimo una colonia come si è sfogato il dottor Magliaro in una trasmissione alla Sette, invece che a dirigere la Rai starebbe in una baracca dietro il filo spinato esattamente come i fascisti misero i nostri genitori antifascisti. La generosità della Repubblica italiana, si deve agli americani. Fossero arrivati i russi, sai dove finivano i responsabili del regime fascista.
Galleria presidenza del Consiglio dei Ministri