È notizia di queste ultime ore che la salda, potente e spesso arcigna Germania vede il suo PIL segnare -0,3% relativamente ai dati del primo trimestre 2023. A confermarlo è il blasonato ufficio federale di statistica tedesco Destatis, ossia l’Istat tedesco. Questo è il secondo trimestre negativo successivo, il primo era stato l’ultimo trimestre del 2022: la Germania è ufficialmente in recessione.
Diminuisce la produzione tedesca, i consumi rimangono al palo, l’inflazione cresce ma gli economisti tedeschi ostinatamente parlano di recessione tecnica quando è evidente che i fondamentali dell’economia della Germania sono degradati. La Germania, spesso presentatasi e anche accettata come locomotiva d’Europa, è costretta questa volta ad ammettere le sue difficoltà.
I dati dell’OCSE invece sono più incoraggianti; il PIL dei paesi aderenti segna mediamente un +0,4% ma un dato ci colpisce in modo particolare: l’Italia, la tanto bistrattata, insultata, vilipendiata Italia segna un +0,5% nel primo trimestre, battendo quindi non solo la media OCSE ma staccando nettamente la Germania e addirittura battendo la media dei paesi del G7 che crescono mediamente solo del +0,3%. I dati parlano chiaro, l’Italia è addirittura al secondo posto tra i paesi OCSE per la crescita economica nel primo trimestre del 2023, seconda solo al Canada.
Questi dati hanno tutto il sapore di una rivincita dopo anni di insulti, compiti a casa e sorrisetti franco-tedeschi. L’Italia ancora una volta ha saputo dimostrare coi fatti, non con le parole anche se dotate di “erre moscia”, che è una grande nazione ed è una grande economia. La nostra nazione quindi ha tutte le carte in regola, assai più di altri che arrogantemente hanno sempre rivendicato quel ruolo, per meritare un posto centrale nel disegno umano, economico e sociale dell’Europa Unita.
Gli italiani oggi possono essere fieri, perché questo grande risultato è dovuto al lavoro di tutti noi, alla nostra caparbietà, al nostro “genio italiano”, a tutto ciò che ci rende da sempre una grande nazione. L’economia non può spiegare i popoli, ma i popoli possono spiegare l’economia e oggi noi abbiamo spiegato all’intera Europa che nell’unità e nel lavoro sta la ricchezza delle nazioni.
Oggi, 25 maggio 2023: una vittoria italiana.
Foto GFHund | CC BY-SA 4.0