Se c’è qualcuno al mondo che non è necessariamente competente di cose militari costui è la personalità del papa, il quale è invece esperto di questioni spirituali. Nella sua alta funzione morale, il pontefice ha ragione di condannare ogni guerra, Egli vede mirabilmente la vanità delle imprese umane, fa dunque bene sempre a chiedere la pace, ed il negoziato di pace, indipendentemente da quelle che possono essere le ragioni ed i torti di coloro che combattono. L’unica ragione che il papa contempla è quella divina, non certo quella degli uomini. Dal suo punto di vista. nel momento nel quale l’uomo perde la fede è sconfitto e questa è una sentenza che cala su un’umanità persa nel buio degli appetiti terreni.
Gli aspetti prosaici e volgari delle guerre seguono logiche completamente indipendenti e diverse. Il re di Prussia, Federico Guglielmo III, venne sconfitto a Jena nel 1806 da una guerra che durava 15 anni. Costretto a fuggire da Berlino, che venne occupata, si ridusse sotto la protezione dello Zar nella insignificante cittadina di Memel e un anno dopo fu costretto a firmare una pace dove perse quasi tutto il suo regno. Ciononostante rimise in piedi un esercito tale da riprendersi la sua rivincita sette anni dopo contro colui che lo aveva sconfitto. Come si capisce facilmente dalle peripezie del regno di Federico Guglielmo, a volte non c’è modo di stabilire davvero chi è chi vince e chi perde sul campo. Oltretutto le vittorie militari possono avere esiti rocamboleschi, la grande vittoria prussiana ottenuta nel 1815 contro l’impero francese e nuovamente nel 1870, non ha impedito alla Prussia di soccombere come regno e alla Francia di prosperare come Repubblica. Per non dire che i francesi vinsero un’altra volta la Germania che aveva assorbito la Prussia nel 1918, mentre i tedeschi sconfissero la Francia in meno di un mese nel 1940. Tuttavia sarebbero stati i tedeschi a perdere la guerra e la Francia a sedersi al tavolo delle potenze vincitrici.
Se per capire chi vinse la guerra tra la Francia e la Prussia, è stato necessario veder trascorrere più di un secolo, il sommo pontefice davvero può credere che tra l’Ucraina e la Russia possano essere sufficienti due anni? Sulla base dei rispettivi potenziali di partenza una guerra fra l’Ucraina e la Russia non sarebbe nemmeno possibile, come dice Putin, con qualche ragione, l’Ucraina è Russia o per lo meno l’Ucraina a lungo ha voluto essere russa. Il problema drammatico, di cui Putin non vuole prendere atto e vi sarebbe da temere a questo punto che nemmeno il papa lo voglia, è che l’Ucraina di oggi, russa, non lo voglia essere più. Allora diventa molto delicato capire esattamente quale possa essere l’evoluzione della vittoria e della sconfitta che si palesa sul campo. La guerra non finirebbe comunque dal momento che riguarda l’identità stessa di una nazione. Piuttosto proprio perché si tratta della stessa identità nazionale messa in discussione, l’Ucraina può essere annientata, non sconfitta. Sconfitta è invece la Russia costretta a far la guerra a una regione una volta sottomessa come l’Ucraina.
cco