Presto avremo la possibilità di leggere l’ultimo libro di Ratzinger su cosa sia il cristianesimo. Si tratta del testamento spirituale del papa emerito. E si che c’era chi si lamentava delle origini contadine del polacco Woytila che pure ci ha risparmiato il lascito teologico di questo guerriero tedesco. Con Ratzinger prepariamoci a compiere un bel salto nel medioevo. Il pensiero moderno, ci spiega, non vuole più riconoscere la verità dell’essere, ma vuole prendere “il potere sull’essere”. Ahinoi, ma allora anche il pensiero antico mostrava delle esitazioni a riguardo sin dal tempo dello scetticismo greco. È vero che Pirrone nella sua doppia negazione, “né questo, né quello” alludeva probabilmente ad un fondamento mistico dell’esistenza, ma Pirrone non offriva una verità positiva. Meno male che Ratzinger passava per sofisticato teologo, quando scopre l’acqua calda. Infatti solo la fede vuole riconoscere la verità dell’essere, il pensiero moderno dai tempi di Cartesio l’ha sempre messa in discussione. Ma Cartesio si dirà, stabiliva pur sempre un principio di verità dell’essere nel cogito. Giusto, non fosse che un principio puramente soggettivo venne rifiutato dalla teologia moderna come veniva rifiutato dalla teologia scolastica. Non può essere l’uomo misura di tutte le cose, solo Dio può esserlo.
Ora che cosa terribile questo pensiero moderno che vuole “rimodellare il mondo secondo i propri bisogni e desideri”. Bisognava rimodularlo invece secondo i bisogni ed i desideri di Benedetto XVI, ovvio. Il quale ci ricorda ancora una volta la sua formidabile polemica con il “relativismo contemporaneo”, come una “pretesa dittatoriale di avere sempre ragione”. Questa francamente è bellissima, un completo ribaltamento della frittata. Visto che il principio di infallibilità lo conoscevamo sancito dalla Chiesa cattolica in generale e da un solo laico in particolare, il cavaliere Mussolini, che però sembra poi aver accettato l’idea di aver avuto torto. La Chiesa invece no, con Ratzinger ci dice ancora una volta che non solo la fede, ma anche la ragione è nel suo puro dominio. Ratzinger infatti contesta l’abbandono dell’antropologia cristiana e dello stile di vita che ne deriva, perché, scrive, la società moderna la considera “pre-razionale”. Ossia, Ratzinger attacca Kant e perché poi mai stupirsi. Ci sono i campioni dell’illuminismo e quelli della controriforma. Ognuno si sceglie i suoi preferiti.
Non che non si capisca un certo successo degli argomenti di Ratzinger. Tutta questa questione sulla Chiesa progressista e quella conservatrice, per carità districatela volentieri voi, quello che si può dire è solo che Ratzinger è un autentico e formidabile reazionario. La modernità per lui intanto non è moderna, e questo diciamo lo si da per scontato, solo l’eternità è moderna. Poi la modernità è intollerante, perché non sopporta la fede cristiana, giustissimo. Solo che non si capisce come mai questa intolleranza moderna “non si è ancora trasformata in aperta persecuzione”. E qui Ratzinger dispiace sbaglia. La cristianità è stata perseguitata eccome, in Francia, con Carrier che gettava i preti nella Loira, con Fouchè che a Lione li mitragliava. E persino a Parigi, con il comitato di salute pubblica che taglia la testa all’arcivescovo della capitale nonostante il poveretto si fosse pure convenzionalizzato. Bei tempi. In pratica solo in Lorena il curato Gregoire se la cavò brillantemente anche se è probabile, il fatto che organizzasse il basso clero della Regione e non la controrivoluzione, ebbe un qualche effetto. Comunque non bisogna disperare. Questa modernità anticristiana secondo Ratzinger starebbe diventando sempre più autoritaria, “cercando di portare, attraverso la legislazione che ne deriva, all’estinzione di ciò che è cristiano nella sua essenza”. Benissimo, mica vorremo dare torto al papa emerito.
L’eccedenza del concreto
La comprensione non abita più il mondo, di questo facciamo tutti quotidie esperienza. Non viene avvertita nemmeno più l’esigenza di...