Una minaccia per la democrazia occidentale pari a quella che rappresenta la Russia e per certi versi peggiore, proviene dall’Iran che pure è contestato dalla sua popolazione, più civilizzata di quella russa. L’Iran non ha mai avuto una servitù della gleba da riempire di vodka, ma una borghesia ed una classe commerciale di una cultura elevata sin dai primi dell’800, cresciuta con la rivoluzione industriale e l’impero britannico. La domanda vera è come abbia potuto sopportare il regresso medievale in cui l’ha trascinata il regime khomeinista. Per capirlo è probabile che servano studi molti più profondi di quelli di cui pure disponiamo. E’ plausibile che l’Iran non volesse comunque restare quello che era diventato sotto lo scià, un mero satellite occidentale e pure senza le prerogative liberali dell’occidente. Quando ci fu la guerra del Kippur, l’America per rifornire le truppe israeliane non potendo disporre dei paesi Nato che si rifiutarono di fornire le loro basi, si appoggiò a quelle iraniane. Era il 1973, esattamente 50 anni fa. Oggi, quello che era il principale alleato di Israele è diventato il suo principale nemico della Regione. E’ l’Iran che ha fatto di Israele un bersaglio su cui aizzare l’odio delle organizzazioni terroristiche che la colpiscono quotidianamente da Hezbollah, ad Hamas e alla ritrovata Fatah che è tornata praticamente la stessa delle origini. Le armi i razzi, le bombe i soldi che arrivano a Gaza, a Jenin, a Ramallah sono tutte di matrice iraniana insieme alla benedizione per ogni attentato. Magari gli iraniani riforniscono i lori amici arabi dei territori e della Striscia anche con le caramelle che sono state distribuite dopo la strage alla sinagoga di Gerusalemme. Se la popolazione araba che si raduna intorno ad Israele odia gli ebrei perché convinta di avere una qualche opzione sulla Giudea e la Samaria, i mullah di Teheran odiano gli ebrei in quanto tali. Sono gli epigoni dell’antisemitismo residuo alle propaggini del vecchio continente.
C’è un motivo per il quale Netanyahu continua a vincere le elezioni da oltre trent’anni, non ha mai voluto lasciare il Likud per cercare un dialogo con chi ti vuole morto. Quando Sharon fece il ritiro unilaterale dalla striscia di Gaza ottenne il risultato di vedere le batterie missilistiche di Hamas avvicinarsi al confine e bersagliare Tel Aviv al posto di Sderot. Il tentativo politico terzista di Sharon finì li, la società israeliana è tornata a dividersi e il Likud a riprendere forza.
Israele a volte ce lo si dimentica, é uno Stato delle dimensioni della nostra Sicilia, più piccolo c’è solo San Marino. Ci sono stati arabi nella Regione di una certa consistenza, il Libano, sicuramente, La Giordania, L’Egitto, tutti questi stati che dispongono di una quantità di terra piuttosto rilevante rispetto alle micro dimensioni di Israele non vogliono riconoscere profughi della guerra che hanno scatenato tutti loro per primi e se poi li hanno accolti li hanno pure decimati. Perché le organizzazioni politiche e religiose che sono sorte fra Gaza e la Cisgiordania sono incompatibili con la formazione di uno Stato quale che sia. Pensare che domani possano accettare l’idea di farne uno proprio, chiamarlo palestinese a cavallo di uno poco più grande o poco più piccolo, questo non ha importanza, di nome Israele, è inimmaginabile. Esiste già uno Stato arabo sulla Palestina romana ed la Giordania. Bisognerebbe cacciare il re di Giordania. Il motivo per il quale i sunniti sono così freddi in queste ore verso la realtà araba che circonda Israele, si comprende facilmente, temono le infiltrazioni iraniane che hanno alimentato i gruppi terroristi. Oggi minacciano Israele, domani minaccerebbero loro. I paesi arabi sunniti nel loro complesso intendono quindi il problema iraniano esattamente come gli europei valutano quello ucraino. C’è un aggressore ed un aggredito, e nonostante tutte le riserve che i mussulmani possano avere nei confronti dello Stato ebraico, questa condizione di aggredito, fa la differenza. Gli stati arabi sono stati quasi tutti aggressori che hanno perso. Ora possono solo più essere aggrediti. Ovviamente per la Lega araba sarà più difficile riconoscere Israele che per la Nato far aderire l’Ucraina, ma la protervia iraniana ha spostato l’equilibrio. Magari siamo noi europei a non renderci completamente conto. Impegnati lodevolmente come siamo nel ricordare l’Olocausto del secolo scorso, non vediamo quello che si cerca di allestire ogni giorno in questo.