Si chiude una ben mesta campagna elettorale dove nel giorno della ricorrenza del D Day, l’Italia è riuscita a ricevere gli elogi di Putin. Merito anche degli sforzi davvero incredibili della Lega del generale Vannacci, il nuovo leader sul campo, non contento di celebrare la Decima flottiglia Mas, è riuscito a sostenere che avendo fatto inglesi e americani un accordo con Stalin, Stalin non era peggio dell’attuale residente del Cremlino. Questa è la posizione che proviene da un partito di governo che pure promette di difendere l’Ucraina. Indipendentemente dal giudizio su Stalin, Putin assomiglia più a Hitler e infatti la Decima Mas aveva scavalcato l’esercito ricostruito della Repubblica sociale, per essere direttamente alle dipendenze del comando nazista in Italia. Junio Valerio Borghese non ha mai avuto la tessera del fascio, solo decorazioni al valore tedesche. Quello che ci si dimentica è che la Decima perse comunque la guerra e la Lega si è messa a cavallo di un maiale andato a fondo. Potrebbe portarsi dietro l’intero governo.
Fratelli d’Italia ha svolto una campagna tutta all’insegna di annunci mirabolanti, quasi non avesse fatto niente in questi due anni da portare in dote all’elettorato. Nel caso si facesse l’unione politica fra l’Italia e l’Albania, l’unica proposta che si è sentita di una qualche rilevanza continentale, bisogna sperare che il presidente del Consiglio lo faccia Rama. Almeno un dubbio sul successo dei campi di detenzione per i migranti nel suo paese, Rama lo ha espresso. Ad ascoltare la Meloni tutto va meravigliosamente, eppure tutto è ancora da cambiare, cominciando dall’Europa. Dal che non si comprende, perché appartenga al fronte conservatore. Ne fondi semmai uno rivoluzionario. Se si guarda alle forze di opposizione le cose vanno altrettanto male. il Pd ha come principale contenuto il salario minimo, in un paese in cui viene arrestata la gente per caporalato, i cinque stelle la pensano come la Lega, trattiamo con Putin il prima possibile e la sinistra radicale ha risposto alla candidatura Vannacci con quella di una detenuta in attesa di giudizio in Ungheria che i fasci è accusata di sprangarli. Manca solo la candidatura di quello che spara a capodanno e siamo al completo.
La lista a cui il Pri ha dato vita con Carlo Calenda, se la si guarda con circospezione, raccoglie le forze della democrazia repubblicana del secondo dopoguerra, non interamente, molte si sono disintegrate, in nuce. Vi sono persino socialisti e popolari. Con queste, azionisti repubblicani, liberali ebbero il difficile compito di ricostruire il paese, cosa che pure riuscirono a fare, seppure in un’epopea tormentata da comunisti e residuati fascisti, grazie principalmente all’appoggio statunitense. Adesso sembra quasi di essere tornati punto d’accapo. Dobbiamo chiedere un’Europa più forte perché le minacce che le si rivolgono sono terribili. Al contempo, dobbiamo anche iniziare a ricostruire l’Italia che stanno mandando a rotoli.