Che il governo di solidarietà nazionale si avvii a conclusione, lo dimostra meglio di tutto il desiderio del senatore Salvini di trattare la pace con Mosca singolarmente. Il principale fenomeno del Papeete non si riconosce nemmeno nei ministri leghisti al governo. Salvini vuole imitare il suo collega Razzi che andava e veniva con Pyongyang. Anche i penosi distinguo di Conte, quando si è trattato di inviare le armi all’Ucraina, sono stati un segnale rilevante. La solidarietà nazionale, d’altra parte, nasceva dall’esigenza di impedire che un governo posticcio, più incapace che inadeguato, che rimetteva il paese ad una decretazione del presidente, buona per spostare gli uffici a palazzo Chigi, continuasse ad infierire sulla vita degli italiani senza un solo risultato sanitario soddisfacente. La solidarietà nazionale consentì una gestione parlamentare dell’emergenza finalmente non parziale, perché la costituzione repubblicana non prevede lo stato d’emergenza e dunque non lo consegna come fece la Germania nazista ad un singolo individuo acclamato dalla popolazione, poiché nell’emergenza si tratta di poter violare i più comuni diritti dei cittadini. Solo una ampia maggioranza del Parlamento può decidere dei provvedimenti da prendere in emergenza. Per questa ragione avremmo voluto che anche Fratelli d’Italia facesse parte del governo di solidarietà nazionale, tanto più che l’onorevole Meloni ha dimostrato maggiore sensibilità occidentale del senatore Salvini e dell’avvocato Conte.
È anche comprensibile poi che sia Salvini che Conte, conclusa l’emergenza sanitaria brillantemente, desiderino riprendere la loro libertà politica ed esprimere i principi che sono loro più cari, la fedeltà a Mosca o a Pechino, al Vaticano, quello che più li aggrada. Per cui è plausibile che possano aprire la crisi di governo al più presto, oppure semplicemente, dissociarsi dalla maggioranza. Non sarebbe un particolare problema se il governo avesse comunque numeri sufficienti per andare avanti nell’indirizzo legislativo. La guerra in Ucraina rappresenta un grande problema anche per l’Italia, ma certo non un’emergenza o qualcosa che non possa essere affrontato con una maggioranza semplice.
È davanti a questo contesto che il segretario del Pri De Rinaldis Saponaro ha avanzato in Consiglio nazionale il 29 maggio, la proposta di una costituente repubblicana. Perché con la inevitabile conclusione della solidarietà nazionale, resta fondamentale che il piano ed il progetto del governo Draghi possano andare avanti, non solo fino alla fine della legislatura, non dipende da noi, ma anche essere ripresi e rilanciati nella prossima. E a questo il partito repubblicano può dare il suo contributo eccome, chiedendo che tutte le forze riformatrici, liberali, democratiche, trovino un punto di coesione per proseguire l’opera di rilancio economico intrapresa, con quella carica politica positiva che viene sempre ammortizzata nella fase di equilibrio presupposta dalla solidarietà. La costituente repubblicana serve a far nascere un governo Draghi sulla base di una maggioranza politica che possa guidare il paese per i prossimi cinque anni.