Gli amici Benedetta Caselli e Marcello Luciano Rivizzigno per il Pri della consociazione forlivese hanno redatto il seguente documento
Per valutare con buon esito la candidatura di Forlì Capitale della Cultura 2028, basterebbe fare il sunto delle manifestazioni museali svolte negli ultimi 20 anni nel complesso di piazza Guido da Montefeltro con la scelta di realizzare il grande centro culturale recuperando i volumi esistenti del San Domenico, che ha portato una affluenza di quasi 1.700.000 visitatori.
Il recupero dello stesso complesso, ben congegnato e realizzato con caratteristiche che si adattano perfettamente con le manifestazioni culturali e museali svolte, creando un grande e suggestivo impatto artistico e turistico. Tale scelta è da ascrivere al contributo che, in questi ultimi anni ha visto all’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Zattini e la Fondazione, esprimere una volontà di creare qualcosa di veramente importante. Si è creata una sinergia che è stata il motore della ottima gestione delle realtà culturali forlivesi.
Forlì, oltre al San Domenico, esprime un gran potenziale e valore storico artistico nel patrimonio di materiale culturale esistente per il quale, di volta in volta, si sta trovando la giusta collocazione.
É risaputo che la nostra città resta l’esempio di architettura Piacentiniana (del regime) ben conservata fra i più importanti in Italia, nello specifico tutto il complesso di Viale della Stazione e di Piazza della Libertà, dei Giardini Pubblici, con la presenza di fabbricati pubblici che sono una delle caratteristica peculiare della nostra città dove il complesso scolastico, che parte dalle elementari e arriva alle superiori realizzato secondo un criterio scuola-sport, con palestre, piscine e campo sportivo, è un esempio di una cultura sociale avanzato per l’epoca di costruzione e da pochi posseduta.
La collezione Verzocchi, che ha trovato di recente la sua collocazione, la collezione Piancastelli della quale è stata collezionata la parte monetaria fra le più complete d’Italia, sono esempi di retaggio culturale estremamente importante per la città di Forlì.
La presenza di grandi contenitori da riqualificare dal punto di vista urbano quali ’Eridania, il Complesso Monastico della Ripa, le prigioni, il vecchio Ospedale con la Biblioteca annessa (palazzo del Merenda si trova in fase di definitiva destinazione attraverso un dibattito che dovrà definire scelte importanti per la giusta collocazione.
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L’apporto di Cesena con la sua Biblioteca Malatestiana e la Rocca, fiori all’occhiello
per la bellezza e la completezza culturale, potrà contribuire a definire con altre realtà
ivi esistenti a completare un quadro già molto importante e ricco di realtà culturali.
Va sottolineato che tutto il patrimonio paesaggistico, la cultura e l’architettura
contadina della nostra pianura e sistema collinare, porta ricchezza al turismo
gastronomico ormai diffuso da tempo.
Per ultimo la Piazza e il Centro Storico di Forlì, ben conservato, vedi Corso
Garibaldi, il Palazzo Ordelaffi sede della Amministrazione Comunale, l’ampiezza e
la fruibilità degli spazi, retaggio di una storia di furiose battaglie (sanguinoso
mucchio), la presenza di San Mercuriale, una volta abazia, ai bordi di quella che
allora era la Piazza D’Armi, ne delimitano l’importante dimensione.
Queste poche considerazioni ci convincono del valore storico e culturale affinché la
città di Forlì debba essere annoverata come Città della Cultura 2028.