Alla presenza del segretario nazionale Corrado de Rinaldis Saponaro si è concluso il 26simo congresso Regionale dell’Emilia Romagna, che si è svolto a Forlì nei locali del Circolo Mazzini. Il Congresso ha innanzitutto ringraziato il segretario regionale uscente Renato Lelli che ha gestito con perizia, qualità e lealtà il partito in uno dei momenti più difficili della sua storia. Lelli merita tutta la riconoscenza dei repubblicani per l’impegno profuso in questi anni. Dal dibattito congressuale intenso e variegato, sono scaturite due mozioni contrapposte. Il Congresso ha premiato una linea di autonomia repubblicana. Il congresso ha altresì archiviato l’esperienza del Terzo Polo, anche considerando la frattura avvenuta fra Azione ed Italia viva. La mozione congressuale vincitrice uscita dalle urne indica la necessità per tutti i repubblicani di porsi come il motore di un un’area laica, riformatrice, liberaldemocratica ed europeista. Il Pri emiliano romagnolo si considera come il principale erede della visione di matrice lamalfiana di un centrosinistra che resta molto distante da un governo come quello attuale, inadeguato alla complessità dei problemi del Paese e del contesto internazionale. Allo stesso tempo, il Congresso ha espresso un giudizio negativo sulle politiche del nuovo del PD, in sostanza privo di una reale e concreta politica alternativa.
Nel corso degli interventi, molti delegati hanno lamentato la scarsa capacità di elaborazione economica da parte del Partito democratico, dove il salario minimo appare una bandiera da sventolare alle elezioni più che una proposta compatibile con le promesse di sviluppo del Paese e per il resto tutto si riduce ai diritti e ai migranti, quando la questione italiana resta sormontata dal macigno del debito pubblico. I repubblicani romagnoli chiedono un progetto complessivo di riforma della società e di intervento economico, prospettiva che se il governo non sa progettare, l’opposizione difetta altrettanto.
Il partito repubblicano emiliano romagnolo che ha resistito nonostante tutto e tutti, alle tempesta dei primi vent’anni del nuovo millennio vede una grande occasione di rilancio. Il paese ha esaurito le sue soluzioni politiche e si ritrova allo stremo dopo essersi affidato a partiti che a sinistra come a destra, lo hanno fatto arretrare. È il momento che i repubblicani ricompattino le fila e propongano i loro valori ed i loro programmi per risalire la china.
Il segretario nazionale De Rinaldis Saponaro, intervenuto nel corso di un dibattito molto acceso, ha espresso la sua riconoscenza al partito dell’Emilia Romagna, per il confronto aperto e sincero che si è svolto fra gli iscritti, Saponaro ha ricordato che il Pri non fa scelte di schieramento sulla base di un presupposto ideologico e che soprattutto, quando si tratta di amministrazioni locali,il partito repubblicano considera gli uomini e le esigenze dei cittadini prima che le possibili combinazioni politiche. Quando nel secolo scorso il partito re pubblicano era saldamente al governo nazionale con la democrazia cristiana, in Emilia Romagna si diffondevano le giunte rosse e questo perché comunisti e socialisti emiliano romagnoli sapevano essere più funzionali dei loro colleghi democristiani alle amministrazioni comunali e provinciali, portando a dei risultati. Ciò non impediva che se a Ravenna si fosse in giunta, a Cesena il partito passasse all’opposizione. Il sistema bipolare ha mostrato tutti i suoi limiti in questi ultimi venti anni ed il Pri che non è un partito che porta avanti uno spirito di fazione. Non sarà certo il Pri a riproporre uno schema bipolare maggioritario già fallimentare.
Dal Congresso dell’Emilia Romagna emerge per il partito repubblicano la necessità di una linea politica originale, alternativa e nazionale. Il tempo delle “mosche cocchiere” è finito da un pezzo. Anche perché in genere le mosche, per quanto abili siano, tendono a finir schiacciate.
ritengo che il partito repubblicano alle elezioni europe debba presentarsi con il proprio simbolo alleato con i vari partiti di area omogenea alla sua , ma l’edera deve essere presente . I risultati delle elezioni politiche in polonia hanno dimostrato che i governi simili a quello Meloni non sono cosi apprezzati. le idee anti europee
della Meloni e peggio ancora di Salvini non sono cosi’ apprezzate ,