La partita delle elezioni europee sembra sempre più giocata tra due idee di Europa. Una politica, federale e liberaldemocratica e una funzionale, confederale, conservatrice (se non sovranista). In questo scenario abbiamo intervistato la candidata Debora Pacifici candidata repubblicana per la circoscrizione Italia centrale, laureata in economia, operante nel settore dei servizi e dei trasporti nell’ambito del controllo di gestione, che nella sua partecipazione alle elezioni europee proprio su una visione federalista e laica sta giocando la sua candidatura
Come valuta la questione dei fondi europei e quali opportunità ci potrebbero essere per il nostro Paese? «Ci sono grandi opportunità che potrebbero rinnovare il volto del Paese, ma in questo la professionalità della classe dirigente e politica gioca un ruolo cruciale. Sono stanca che persone senza alcuna competenza economica possano decidere sulla distribuzione dei fondi europei. Tali fondi possono essere utilizzati in Italia per infrastrutture al servizio della collettività. È notizia recente che l’Ue ha stanziato 90 milioni per lo sviluppo sostenibile delle città. Fondi che andrebbero impiegati per affrontare i veri nodi del Paese, soprattutto tramite un coordinamento tra pubblico e privato per favorire la possibilità di accesso ad essi. Ritengo prioritario quindi uno snellimento delle procedure per ottenere i fondi europei. E parimenti nel nostro Paese dobbiamo essere in grado di investirli nei tempi e nei modi previsti. Due obiettivi complementari per il cui raggiungimento è fondamentale avere persone competenti nelle istituzioni europee».
Quali dovrebbero essere le priorità di una governance europea? «L’Europa dovrebbe consolidare il proprio rapporto con gli Stati Uniti, garantendo un sostegno forte all’Ucraina e sostenendo lo stato di Israele in questo difficile momento (nella consapevolezza della necessità di una soluzione politica alla crisi mediorientale). Credo che l’Unione Europea che dovrà uscire da questa tornata elettorale dovrà essere sempre più una unione politica in una ottica ispirata alla migliore tradizione del federalismo europeo. Un mandato che dovrà inverarsi soprattutto nella realizzazione di una bussola comune su temi chiave come: politica estera, difesa comune, politica industriale. Trovando nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi un programma di quelle che dovrebbero essere le priorità tattiche e strategiche di tutti gli stati comunitari. Sulla questione Ucraina ci tengo a sottolineare che sono fermamente convinta che dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina e assicurare a Kiev i mezzi per contrastare l’aggressione russa, perché non ne vale solo la difesa di uno stato libero come quello ucraino, ma di tutto il continente europeo. La difesa della libertà del popolo ucraino rappresenta anche il primo passo verso una politica estera europea più strutturata ed efficace».
Quali sono i temi che porterà avanti? «Investire sulla ricerca e sull’innovazione, sulla nascita di coerenti e comuni politiche industriali e di difesa, ma anche promuovere un supporto alle famiglie concreto e capace di armonizzarsi con le principali crisi in atto. Io credo, da madre e donna, che sia cruciale sostenere la madri a non dover scegliere tra la loro attività professionale e il loro ruolo familiare, in una ottica di collaborazione tra pubblico e privato».
Chi sono i suoi riferimenti culturali? «Sicuramente Mazzini e Carlo Cattaneo. Se devo pensare a due testi che mi hanno ispirato nella mia candidatura penso certamente Contro l’Europa di De Gaulle di Ugo La Malfa, che riflette la mia idea di Europa, e Idee per gli italiani del Duemila che raccoglie alcuni dei più significativi scritti di Cattaneo e Mazzini. Se penso ad alcuni maestri fuori dal mondo repubblicano penso a Luigi Einaudi e alla sua idea Liberale e europeista».