Diverrà sempre più arduo mantenere la democrazia parlamentare se continuano a verificarsi episodi come quello registrato ieri in Aula. I ministri della Repubblica si contestano dai banchi appositi dell’opposizione con la dovuta compostezza, possibilmente. L’onorevole Donno è caduto dal pero, volevo solo dare un tricolore al ministro Calderoli, ha detto. Bene, glielo spedisse per posta, dal momento che un simile comportamento è forsennato. Si capisce perfettamente che il movimento cinque stelle sia oramai giunto alla canna del gas, che l’ora pronobis gliel’abbia recitata niente di meno che il suo stesso campione Marco Travaglio chiamando Conte “lo sconfitto degli sconfitti”. Anche altri partiti hanno subito precedentemente lo stesso atroce destino, e indipendentemente dalle ragioni e dai torti subiti hanno comunque mostrato più dignità. Il movimento cinque stelle voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno, voleva essere la Montagna con Beppe Grillo, tempo due anni di Conte e ha messo in piedi una specie di talk show trash permanente, dove ne vediamo di tutte, cartelli, magliette, bandiere. Sembra di stare alla corrida non a Montecitorio.
Per quanto la gazzarra contiana sia indegna di una forza politica della Repubblica, questo non giustifica lo stuolo di sceriffi arruolati nella maggioranza. Ci sono i commessi per richiamare i parlamentari che violano il regolamento, nessuno è tenuto a farsi giustizia da se e non importa se l’onorevole Donno sia stato colpito o abbia simulato di esserlo, il ministro Calderoli è grande grosso e per come lo si conosce certo non personalità da lasciarsi intimidire, tanto da essere rimasto tranquillissimo. Per cui davvero c’era alcun bisogno che si corresse in suo soccorso. Al personale politico selezionato da Lega e Fratelli d’Italia il sangue va troppo facilmente agli occhi e questo fa il paio con le provocazioni del movimento cinque stelle. Datevi appuntamento al caffè in piazza, come si dice, vedetevi fuori, se proprio non potete resistere. Missini e comunisti che hanno seduto in quell’emiciclo per quarant’anni buoni, non scendevano alle mani in aula, avevano perfezionato tecniche di ostruzionismo formidabili, e tutte svolte con la massima compostezza istituzionale. L’onorevole Buontempo spiccava fra tutti per essere capace di stare ore a parlare di niente e pure era uno che certo non le mandava a dire. Faceva perdere tempo all’efficacia delle leggi? No, rispettava le prerogative della costituzione repubblicana ed il regolamento della Camera dei Deputati, Incredibile che ci sia ridotti a questo livello.
Il governo vuole il premierato, ovvero un sistema in cui il Parlamento conti sempre meno o affatto, e anche questo è un suo diritto. Le forze politiche che invece a parole vorrebbero difendere i principi costituzionali della Repubblica parlamentare si dimostrano poi materialmente capaci di tale sconsideratezze. Non è dunque per caso se queste allontanano sempre di più l’elettorato. Evidentemente non si rendono conto di consegnare in un piatto il paese ai loro avversari, cosa che del resto hanno già fatto con il governo Pd cinquestelle. Ancora insistono.