L’amica Gabriella Andriani, segretaria provinciale del pri di Reggio Calabria ci ha inviato il seguente documento
Non si sono rivelate vane le manifestazioni, i dibattiti, i convegni che hanno registrato una convinta e forte reazione alla legge Calderoli, relativa alla Autonomia differenziata.
Per mesi associazioni, partiti, comitati e sindacati hanno gridato a gran voce che la suddetta legge tesa ad affermare il federalismo fiscale, non era altro che una sorta di Devolution in chiave moderna.
E’ appena il caso di precisare che il Partito Repubblicano della Provincia di Reggio ha subito convintamente stigmatizzato i contenuti del deliberato legislativo, ancor prima che divenisse legge.
I repubblicani hanno dichiarato, partecipando a numerosi dibattiti , che la differenziazione dei poteri legislativi ed economici in ogni Regione avrebbe alimentato il divario tra Nord e Sud e determinato la diseguaglianza tra i cittadini italiani.
Con lo sguardo attento alla Calabria ed alla sua condizione economica, è impossibile mutuare la gestione delocalizzata della Sanità dell’Istruzione, dell’Energia, del Lavoro, dei Trasporti, soprattutto a nudo della garanzia dei Livelli Essenziali di Prestazioni ( LEP) e/o di un Fondo di perequazione.
Altresì non condivisibile , stante i principi ispiratori del nostro Partito, la violazione della Costituzione in materia di diritti umani e civili, nonché il pericolo di minare l’Unità d’Italia la cui conquista ha comportato 54 anni di battaglie e spargimenti di sangue.
E’ dovuta intervenire la Corte Suprema, grazie al ricorso presentato dalle Regioni Toscana, Campania, Puglia e Sardegna, la cui sentenza sancisce dei principi che , di fatto, reputano incostituzionali ben 7 profili essenziali della legge Calderoli, la quale si svuota dei contenuti che articolano l’applicazione della stessa legge.
Tra le deduzioni della Corte Suprema importantissime quelle che tendono a tutelare le Regioni più deboli ed, in particolare, le Regioni meridionali:
_ il mantenimento del Fondo di Solidarietà il quale, ai sensi dell’art. 119 della Costituzione,
salvaguarda le necessità delle Regioni del Sud. Il suddetto fondo è incrementato dalla partecipazione ai tributi da parte delle Regioni verso lo Stato, per cui l’intrattenimento delle tasse a livello territoriale ( come stabilito dall’Autonomia differenziata), annullerebbe il Fondo di Solidarietà;
_ il superamento della spesa storica per effetto della quale alle Regioni più ricche, verrebbero trasferite funzioni finanziate superiori. Per equità, secondo le osservazione dei giudici Costituzionali, le risorse vanno assegnate secondo costi, fabbisogni, criteri di efficienza, senza differenziazione territoriale.
Questi, solo due degli aspetti che riguardano la revisione della Corte Costituzionale, sufficienti a far comprendere che, la legge proposta ed approvata dal centro destra, va rivista e corretta in quanto evidenzia nel merito e nel metodo, una pericolosa azione politica secessionista.
Va infine precisato che il pronunciamento della Corte riconosce costituzionale l’Autonomia, come principio generale in quanto presente nel dettato, ma respinge le modifiche federaliste apportate da Calderoli.
Il federalismo fiscale di Calderoli e’ la piu’ grossa bufala che sia mai esistita .