Se ci si dovesse attenere alla cronaca di questo lungo mese in cui il governo se ne è andato bellamente in vacanza portandosi dietro il parlamento, vi sarebbe da credere che la maggioranza sia a fine corsa. Lo ha detto, anche se senza volerlo, il ministro Fitto. L’Europa ripristina il patto di stabilità, “l’Italia rischia”. Ovvero Fitto ha ammesso che il governo non ha un piano b, oltre alla spesa in deficit che si può già scordare. Il mondo occidentale, la Federal Reserve in testa, si prepara a combattere l’inflazione. Tra poco vedremo a quali formidabili trovate ricorreranno in Consiglio dei ministri per evitare che l’esecutivo vada dritto a schiantarsi. Intanto ci si può gustare lo spettacolo offerto da Salvini e Tajani, i due “vice premier”, come si sono proclamati, per la verità il premierato ancora in Italia non è stato istituito e dunque non ci sono manco i vice premier, eppure già discutono di privatizzazione dei porti, di extraprofitti bancari e persino pregare, Tajani, di non tassare i titoli del Tesoro. Fortuna che questa maggioranza dispone del ministro Giorgetti, capace di fare salti mortali per tenere in piedi la baracca, almeno fino alla presentazione della manovra, poi incrociamo le dita. Lo stato di abbandono del governo è desolante. È un miracolo che tenga sul salario minimo, perché visto le componenti della destra che la pensano come Conte e la Schlein, potrebbero mettersi a cercare i soldi per immunizzare le aziende che proprio non ce la fanno senza chiudere. Vogliamo alzare i salari? Mica che qualcuno abbia un’idea su come far aumentare la produzione che langue, perché dispiace per l’onorevole Ronzulli, ma non ha visto le stime previste del Pil. In più ci sono lamentele di ogni genere. Magari si trattasse solo dell’emergenza del terrore dei mari, il mostruoso granchio blu che il governatore Zaia ha mostrato come alla Nasa farebbero con la testa di un marziano. Ci sono i pescatori che hanno le reti attaccate dai delfini, gli allevatori aggrediti dal pesce siluro ed il vecchio di Hemingway da indennizzare perché il marlyn legato alla barca, glielo hanno divorato gli squali.
In questo contesto disastrato, la mossa dell’onorevole Schlein, non rispettiamo gli impegni con la Nato presi anche dal suo partito sulle spese militari, assume un valore politico. Mettiamo in testa al governo di risparmiare soldi a costo di una crisi con gli Americani ed ecco che verrà accusato anche di non essere sufficientemente atlantista. Perché i soldi non sono tutto, ci sono anche gli ideali. E la situazione peggiora con il “piano Mattei”, un fiore all’occhiello di Palazzo Chigi. C’è di che rimpiangere ll blocco navale della campagna elettorale. Per quello, bastava affondare le barche dei disperati, e si poteva realizzare. Il “piano Mattei” invece non è lavoro per i cannonieri dei bei tempi andati, è opera di grande progettualità, rivolta almeno ad una ventina di paesi e che per avere una qualche sufficiente disponibilità finanziaria, non basterebbe nemmeno l’Europa, servirebbe l’impegno degli Stati Uniti d’America. Sia chiaro, un simile piano avrebbe un senso e soprattutto visto i frangenti, una necessità. Peccato che l’Italia non parli nemmeno con la Francia, e soprattutto quanto ci metterebbe a realizzarlo? Vi sono stati decenni di cooperazione, ad esempio si spedivano i frigoriferi agli stati africani che finivano per essere usati come mensole ed armadi. L’Africa bisogna vederla fuori dalle residenze di governo, o dai resort per turisti. Ed ecco il punto, gli immigrati sono raddoppiati, letteralmente e questo nonostante i grandi impegni presi, pensate, con l’affidabile nazione tunisina. Tajani ora vuole salvare persino i derelitti che vagano nel deserto del Sahel, ed è commovente. Come la si mette con l’elettorato che voleva buttare a mare i migranti? O il governo butta a mare il suo elettorato, o a questo punto quello butterà a mare il governo.
FOTO TRASMO
Un articolo, mi si perdoni il gioco di parole, articolato, perspicace e, soprattutto, sagace