Se c’è una cattiva consigliera in politica è la frustrazione, perché la prima regola di chi è impegnato su un progetto di lungo corso è di mettere nel conto le sconfitte. Difficile allora non pensare ad un leader pervicace come Mazzini. Stiamo andando verso il 9 febbraio che il partito repubblicano festeggia come il suo unico autentico successo ed in effetti fu tale da essere clamoroso in tutta Europa. Eppure a luglio era già concluso e Mazzini ritornò al suo esilio. Quali ulteriori sconfitte abbia dovuto subire, la più atroce quella dei 1870 con i Savoia a Roma e lo Stato unitario che concedeva alla Chiesa quella libertà che la Repubblica romana le aveva negato, Mazzini non si è mai permesso improperi verso i suoi avversari. Anche l’affronto più grande che lo colpì, Garibaldi che si rivolge alla Francia di Napoleone terzo come modello di progresso continentale, Mazzini lo commentò con un semplice i “miei rapporti con lui sono definitivamente chiusi”. Mazzini non rimprovererà e non giudicherà mai nessuno per scelte che non sono conformi ai suoi principi, soprattutto mai liquiderà con supponenza i suoi avversari e nemmeno lascia trapelare l’astio per i tanti voltagabbana che lo hanno circondato. L’esempio di Mazzini, uomo di opposizione per eccellenza quasi tutta la sua vita, dovrebbe illuminare gli oppositori di oggi che comunque si trovano in una posizione sicuramente più prospera di chi ridotto all”esilio e perseguitato,
Invece abbiano visto un lasciarsi andare a giudizi sommari sull’attuale presidente del consiglio proprio mentre il Times di Londra lo elogia. L’onorevole Calenda ha dato della “semifascista” all’onorevole Meloni il giorno che in Inghilterra la considerano il leader più popolare d’Europa. Attenzione a ricordare che nel 1923 anche Mussolini era tale, ma Mussolini non aveva saputo consolidare una politica atlantica come ha fatto l’onorevole Meloni in soli cento giorni. Da questo giornale si sono viste e descritte le difficoltà economiche del presidente del consiglio e del suo governo, che forse il Times non riesce ad inquadrare nella giusta proporzione. In qualche modo succedendo a Draghi era inevitabile e la questione economica finanziaria resta un handicap per il governo. In compenso sul fronte della politica internazionale il governo Meloni ha fatto persino meglio del governo Draghi e questo semplicemente perché Draghi dipendeva da Berlusconi, Conte e Salvini, quando l’onorevole Meloni dipende solo da se stessa, Berlusconi e Salvini sono sovrastati e Conte fuori dal governo. Questo allineamento atlantico impressiona gli inglesi, è apprezzato dagli americani ed è il connotato principale del governo italiano nel momento nel quale l’Europa è di fatto invischiata in una guerra da cui dipendono gli equilibri delle democrazie mondiali. Per cui altro che semifascismo dell’onorevole Meloni, quello semmai si può dire di chi ha simpatie filoputiniane.
Non che il resto dell’opposizione si sia mostrata più brillante nel trattare la questione Donzelli Delmastro, chiedendo le dimissioni di entrambi per ragioni istituzionali, quando pure quelli denunciano comunque l’impegno del governo contro la mafia. Il rischio è che il 12 febbraio quando si andrà al voto gli italiani si convincono che coloro che li hanno rinchiusi sui balconi a cantare, siano gli stessi che vogliono liberare i criminali dal 41 bis. Per cui se l’arma segreta dell’opposizione era abbiamo pescato Donzelli in fragranza, temiamo si debbano rivedere meglio le prospettive.
Un nuovo governo insediatosi con il favore degli italiani va valutato con una qualche attenzione e dunque è meglio mettere da parte ansie varie di prestazione fino a quando non si sono calibrate esattamente le capacità ed i limiti di un tale esecutivo. Cento giorni sono un po’ pochi per farlo anche per dei prodigi come i nostri leader dell’opposizione. Figuratevi se noi nel nostro piccolo non siamo degli appassionati dell’idea di un’alternativa. Siamo in fondo le vedove di Draghi e come tutte le vedove inconsolabili. Ed è questo sconforto che ci rende più prudenti di coloro che pensano di avere già pronta una soluzione in tasca. Aspettate almeno le regionali per capire meglio quale sia la situazione. Bisognerà pure fronteggiarla un po’ più seriamente di come stanno facendo coloro che ogni giorno ci raccomandano serietà.