L’Ucraina, che avrebbe dovuto essere capitolata nel 2022, ha colpito uno dei più grandi depositi di munizioni russo, 500 chilometri oltre il confine. L’attacco è avvenuto mentre l’occidente discute se Kyiv possa avere o meno l’autorizzazione ad usare le armi concesse oltre il proprio territorio, quest’oggi si vota una mozione al parlamento europeo. I ministri Taiani e Crosetto possono comunque dormire sonni tranquilli. Non sono certo state le armi italiane ad aver condotto un simile attacco. Al Cremlino, invece, dovrebbero iniziare a chiedersi che cosa sia in grado di penetrare le loro difese con tale profondità e precisione. Si tratta del sacro suolo russo in fiamme. Strano che Mosca non abbia scatenato la guerra atomica promessa da Medvedev. Dopo il Kursk, Tver, cosa aspettano? Quando salteranno tutti per aria, sarà un po’ tardi.
La Russia dispone da mesi e incondizionatamente degli arsenali nord coreani e iraniani. L’Ucraina invece con ritardi nelle consegne e restrizioni di ogni genere e grado, fa più danni. Una migliore tecnologia ed un servizio di intelligence che sovrasta quello russo, tanto da consentire una incursione nel Kursk che dura da agosto. Anche l’esercito confederato entrava nel Potomac, ma per non più di tre giorni. I russi hanno finalmente arginato l’avanzata, recuperando alcuni villaggi? L’Ucraina sfonda il fronte a Veseloye. Per chi non conoscesse la geografia, le truppe ucraine stanno compiendo una manovra sfacciata di aggiramento di quelle russe impiegate per ricacciate. Putin aveva assicurato che entro ottobre gli invasori sarebbero stati annienti. Undici giorni e sapremo come è andata.
L’unica cosa chiara è che gli ucraini non hanno nessuna intenzione di mollare. Putin ha firmato un decreto di mobilitazione per portare la leva ad un milione e mezzo di uomini. e gli serviranno tutti, dal momento che in due anni ne ha già persi almeno seicento mila. Solo la Germania nazista uccise più russi in uno stesso periodo di tempo e la Germania era una potenza mondiale. L’Ucraina ha dalla sua la sola determinazione. Piuttosto che tornare russa l’Ucraina si farebbe occidentale, esattamente come tutti gli altri paesi della dissolta cortina di ferro. Questo è il dato politico che sfugge alla vista dalle torri del Cremlino. Non è la Nato che si allarga ai paesi dell’est, sono quelli che vogliono farne parte. Domani lo chiederanno anche la Georgia, la Moldavia.
Putin, se già non lo fosse, farebbe bene ad iniziare a spaventarsi. Giunto a questo punto delle cose, non può tirarsi indietro. Sarebbe come ammettere di aver fatto il passo più lungo della gamba. Anche solo il mantenimento dei territori conquistati apparirebbe deludente. Senza contare un negoziato eventuale per recuperare quelli persi al confine. Se ad ottobre gli ucraini sono ancora lì, con l’inverno, ci resteranno..
Può l’Europa che ha sostenuto bene o male Kyiv, o la Cina che in fondo è la più avvantaggiata dalle disgrazie della Russia, provare un qualche tentativo di mediazione? Questo in Ucraina è uno scontro mortale e per quanto incredibile, ancora in bilico. C’è un solo elemento di speranza per evitare che il conflitto si trascini anni, lo scambio di prigionieri costante. Una anomalia assoluta fra paesi che si combattono sul campo. Russi ed ucraini hanno la stessa religione, la stessa etnia, la stessa cultura, a volte sono persino parenti. Li divide una posizione geografica e un singolo uomo che al potere da più di vent’anni vagheggia la ricostruzione dell’impero russo di Pietro il grande, 1690. Eppure i secoli passano, e, i popoli e gli Stati si evolvono, altrimenti scompaiono.
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