Lunedì il tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento nel CPR albanese di Gjadër dei sette migranti deportati su una nave da guerra di 81 metri di lunghezza. Martedì i sindacati sono stati ricevuti a Palazzo Chigi e dopo quattro ore di discussione hanno confermato lo sciopero generale. Mercoledì la penosa pantomima dell’onorevole Fitto a Bruxelles con gli eurodeputati che gli rinfacciano come votava quattro anni fa. Giovedì la Consulta ha praticamente demolito la famosa Autonomia differenziata, oramai uno “zombie” secondo il professor Ainis. Mettiamoci l’infausta giornata di Bologna, le polemiche su Musk, il carcere di Regina Coeli in rivolta e anche dimenticando sicuramente qualcosa, siamo solo a venerdì mattina. Chissà cosa succederà oggi.
Il presidente Meloni ha arringato i suoi sostenitori. Provata fisicamente, lavora anche quando è malata, sembrava sull’orlo di una crisi di nervi. Se l’è presa con l’onorevole Schlein che balla, canta e non sostiene l’incarico del candidato italiano alla Commissione europea. Non per difendere l’onorevole Schlein, ma l’onorevole Meloni sembra non comprendere la questione. Sono i socialisti europei e i liberali europei a non votare Fitto, la Schlein può fare quello che le pare. Su Fitto si spacca la Commissione. L’onorevole Meloni dica che vuole una maggioranza senza i socialisti e i liberali che i popolari si alleino con i sovranisti e i conservatori, avrà Fitto commissario e del voto dell’onorevole Schlein saranno affari dell’onorevole Schlein. Convinca Ursula von der Leyen a cambiare casacca in corsa, finalmente un successo. Altrimenti si rassegni all’idea di aver sbagliato candidato. In questo caso è il governo italiano che avrebbe penalizzato l’Italia in Europa, non la sinistra al caviale. Se invece nascesse una maggioranza con popolari sovranisti e patrioti, Dio ce ne scampi, finisce l’Europa il giorno dopo. Per il semplice motivo che i sovranisti non accettano l’idea dell’Europa sovrana, vogliono il loro Stato nazionale sovrano, come nel 1914. E se guardiamo bene la situazione non è che siamo troppo lontani .Nel dubbio la Francia si è presa Draghi anche solo per una lezione universitaria sulla competitività. Con tutte le sue contraddizioni, la Francia resta il paese europeo con la maggiore tradizione democratica e repubblicana alle spalle. Sugli altri meglio incrociare le dita, Italia inclusa.
Soprattutto se il governo non si rende conto dei limiti costituzionali a cui è sottoposto e continua a cercare di forzarli, come sta facendo più o meno in ogni occasione. Va bene, i giudici sono una corporazione autoreferenziale e dichiaratamente comunista, magari on tutti, ma quasi. Dei sindacati, non vale nemmeno la pena di parlarne. E la Corte Costituzionale? Se è comunista anche questa bisogna trasferire tutti i poteri al governo e invece di sospendere Vannacci richiamarlo in servizio attivo e affidargli il comando delle forze armate. Vi sono infatti anche opinionisti vicini alla maggioranza che iniziano a esternare la loro insofferenza verso il Capo dello Stato. Meno male che la democrazia sarebbe a rischio in America dove la maggioranza degli elettori si è espressa per Trump e Joe Biden ha steso il tappeto rosso alla Casa Bianca per garantire la transizione del potere ordinatamente. Qui in Italia dove più del 50 per cento non vota, il venticinque per cento del 48 rimanente vorrebbe mettere da parte tutti gli organismi indipendenti e decidere da solo. Fortuna che ancora ci lasciano il papa.
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