È davvero complicato comprendere quale possa essere il ruolo inquirente nella vicenda che concerne l’applicazione o meno di un piano antipandemico, poichè questo a rigori non è un provvedimento legislativo. Un piano antipandemico è solo un suggerimento dell’Oms che un governo predispone secondo le sue capacità e la sua volontà. A maggior ragione l’aggiornamento di un piano antipandemico dovrebbe essere più una convenienza che un obbligo. Se un governo ignora la necessità di un aggiornamento ad un piano preesistente può imputare i tecnici preposti. Un piano antipandemico non fa necessariamente parte del piano di governo. Sarà l’opinione pubblica a valutare la capacità del governo, senza un motivo che riguardi la magistratura. Anche sotto un profilo strettamente costituzionale, quale mai sarebbe lo scandalo di un presidente del Consiglio che ritiene prioritaria la salvaguardia dell’attività produttiva rispetto alle esigenze sanitarie? Il presidente del Consiglio è libero di fare la sua scelta. Sia la salute pubblica che il lavoro devono essere salvaguardati dal dettato costituzionale e se mai entrassero in conflitto, la valutazione del presidente del Consiglio è strettamente politica. Per tutto questo non si può escludere che gli onorevoli Conte e Speranza, entrati di soppiatto nell’edificio della procura di Brescia da un accesso secondario, non possano uscire dall’inchiesta che li concerne, dalla porta principale e senza nessun disonore.
È invece impossibile da comprendere come una volta deciso di tutelare l’attività lavorativa quotidiana, ci si possa poi convincere di rovesciare la posizione presa. Se poi, come si è appreso dai verbali giudiziari, il presidente del Consiglio riteneva ormai inutile imporre una politica di isolamento ai comuni di Nembro ed Alzano dal momento che oramai il virus era dilagato al di fuori di quei confini, che senso aveva pretendere di imporre successivamente all’intero paese le misure oramai inutili a Nembro e ad Alzano? Tanto valeva invitare la popolazione nazionale a mitigare i suoi contatti, a tutelare le persone più fragili o come ha scritto l’Oms in uno dei suoi ultimi bollettini a lavarsi più spesso le mani. Perché se si pensa di poter estendere ad un’intera comunità nazionale un processo di ospedalizzazione, ammesso che sia davvero possibile, non bastano le sole mascherine, servono anche i guanti, chirurgici possibilmente.
Se almeno la magistratura si fosse mossa dal primo momento, ovvero quando era oramai evidente l’esponenziale quantità di vittime delle prime settimane della pandemia, potremmo dire che si, in effetti qualcosa nel governo e nei suoi consulenti non aveva funzionato. Allora ci si sarebbe posti la questione della fiducia in quel governo, ad esempio quando il ministro Speranza faceva ritirare in tutta fretta un libro sulla sconfitta del covid a luglio, mese in cui il presidente del Consiglio convocava gli Stati generali che avrebbero preparato il nuovo Rinascimento. Abbiamo avuto invece il coprifuoco per altri 4 mesi, senza peraltro riscontrare un qualche contenimento delle infezioni e dei morti. Dopo di che la magistratura fa il suo burocratico dovere, ma oggi la politica ha già compiuto il suo corso. La magistratura avrà pure le sue prerogative, tuttavia appare un po’ come la nottola di Minerva, l’uccello che si alza in volo al crepuscolo del giorno.
CCO