Nell’unica trasmissione della Rai che valga il prezzo del canone, Blob, di Enrico Ghezzi, è stata ritrasmessa ieri sera per pochi momenti l’ultima intervista a Mixer di Giorgio Almirante, anno 1988. In quell’occasione Minoli chiese all’intramontabile leader della Destra Nazionale, quale fosse il suo modello femminile, esclusa la moglie. Senza nemmeno un attimo di esitazione Almirante rispose Madame Roland, proclamandosi lettore entusiasta dell’opera di Lamartine, L’histoire de Girondins. Almirante si scopriva girondino pure lui. La fermezza composta ed imperturbabile con cui Manon sale al patibolo? Fosse quella, era stata offerta anche dal Conte Ciano, più recentemente. No, Almirante citava la frase di Madame Roland sulla carretta, “libertà quanti crimini si commettono in tuo nome”. Questa si che era un programma, difatti se la libertà è criminale, la dittatura si sente redenta.
La trista parabola della Gironda che pure ebbe tanti ammiratori e come comprensibile nessun seguace, infatti, non erano i girondini monarchici, come pure vennero accusati, ma i monarchici a farsi girondini, e da ultimo persino Almirante. La sopraggiunta indolenza fu la sua colpa. Disgustata dal sangue versato, la Gironda per la verità la prima a votarsi al terrorismo e poi a consentirlo, decise di opporsi ad ogni ulteriore spargimento. Subito si riempirono i suoi ranghi di controrivoluzionari di ogni genere, e dove non si riempivano, i realisti i vandeani, passavano all’offensiva, senza nessuno che osasse contrastarli in alcuna cosa. Se la libertà è criminale, perché difenderla, perché persino volerla, tanto vale tenersi l’Ancien Règime e tanti saluti. Il girondino Almirante la pensava uguale, “non restauro, non rinnego”, tutto lo squadrismo fascista si ritrovò nel suo partito.
Quello che purtroppo non ha capito l’onorevole Meloni, che si adira per l’inchiesta di Fan Page, quando poche settimane fa c’erano le intercettazioni del capo ufficio stampa del ministro suo cognato con uno spacciatore. Magari quelle erano peggio. E comunque niente è peggio fi aver riproposto il simbolo dell’onorevole Almirante che Fini aveva fatto sparire. Tutti i fascisti vi accorrono esattamente come i realisti accorsero nella Gironda. Madame Roland redimorta.
Domaine de Vizille, Musèe de la Révolution française