Se qualcuno si ricorda il giorno in cui ha ricevuto a casa una scheda elettorale per i successivi quindici anni, bene quello è stato il passaggio indispensabile per la manipolazione del voto. Prima di quel momento la tessera elettorale arrivava nella posta ad ogni appuntamento, perché riassumerle tutte in prospettiva? Risparmiare? Ma andiamo. Una volta che il sistema elettorale diventa da proporzionale maggioritario e la libera partecipazione elettorale dipende dalla capacità, principalmente economica, dalla raccolta delle firme, ecco il primo sbarramento. Grandi democrazie maggioritarie come quella statunitense vedono calare regolarmente la partecipazione al voto. Nel 2018 era sopra il 70 per cento della popolazione, quando nel 2022 è arrivata al 64, nuovo record negativo. In Italia va pure peggio con una certezza in più. Se i cittadini si sono dimenticati quando è arrivato loro il lenzuolo elettorale i comuni di residenza lo sanno perfettamente e sulla base della richiesta della nuova tessera sanno anche quando hai votato e quando no. Volendo, si è in grado di tracciare una radiografia elettorale tale da poter aver un profilo di ogni cittadino. Perché, questa la novità, il comune non prevede di inviarti una nuova scheda. Una volta esauriti i buoni, è il cittadino che deve andare a richiederla al comune di residenza.
La vecchia repubblica dei partiti faceva tutto il possibile per portarti a votare, prosperava sulla partecipazione popolare. La nuova repubblica dei leader, quella dove si vuole il premierato, non ha nessun bisogno di estendere la massa dell’elettorato, al contrario preferisce ridurla. Sono stati subito estromessi migliaia di fidelizzati di partiti che non si presentano più nelle urne e mai sono stati recuperati. Così si riduce anche la spinta antagonista. Una storia oscura alle origini della democrazia del continente che iniziò dal tempo in cui Cesare mandava i suoi soldati sotto casa di Catone. L’Uticense veniva materialmente impedito di recarsi al seggio elettorale. Cesare sapeva che Catone gli avrebbe votato contro, noi non sappiamo quanti altri senatori della Repubblica Cesare usava intimidire il giorno delle elazioni consolari. Uno storico dilettante come Augustin Cochin fece fortuna con il suo studio sulla campagna elettorale in Borgogna nel 1789, e così vi sono altri che spiegano come nel caucus statunitense, o nelle assemblee inglesi, il raggiro o la minaccia influenzano la base elettorale. Nulla poi di così eccezionale. La stessa Francia repubblicana votava in base al reddito e ancora nel ‘900 non si voleva estendere il voto alle donne.
Una popolazione anziana, magari malata, o semplicemente impegnata al lavoro ora deve preoccuparsi di possedere una tessera che una volta si trovava aprendo la cassetta postale. Deve fare deleghe, chiedere permessi lavorativi o semplicemente mettersi in fila ad aspettare il burocrate di turno. Bisogna andare a votare, ovvio, è un dritto e un dovere costituzionale. Non stupitevi solo se c’è chi va al mare,
Domaine de Vizille, Musée de La Révolution Française