Dal 2 giugno 1946 siamo tutti uguali. Cittadini e non sudditi. Basterebbe dire solo questo, per capire perché ha senso stare insieme e festeggiare. Da quel giorno abbiamo una Costituzione, e non più uno Statuto ‘concesso con lealtà di Re e con affetto di Padre’.
«Il progresso realizzato dalla Repubblica Italiana in questi settantacinque anni è stato straordinario», ha detto oggi il presidente Sergio Mattarella. Ci ha accompagnato una condivisione di valori e di prospettiva con le numerose nazioni con cui abbiamo cooperato. È questa dimensione del multilateralismo – radicata nella nostra Costituzione – che ha espresso l’autentica vocazione del nostro Paese: contribuire a realizzare un mondo in pace, in cui i diritti della persona e dei popoli trovino piena attuazione, secondo regole assunte dalla comunità internazionale. Si tratta di diritti inalienabili e indivisibili. Ogni atto di forza contro di essi danneggia la causa della pacifica coesistenza e del sereno sviluppo di relazioni basate sul rispetto del diritto internazionale».
«Abbiamo scelto di far sventolare le nostre bandiere repubblicane in un luogo che per noi è più che mai simbolico, al Gianicolo presso il muro dei caduti della Repubblica Romana». Così Michele Polini, segretario dell’unione romana del PRI. «Oggi più che mai i principi fondanti della nostra Repubblica devono essere il collante che ci unisce per ricreare le condizioni di visione e di realizzazione di un progetto per il Paese che veda tornare di nuovo al centro del discorso politico la dignità dell’uomo. Abbiamo scoperto in questo difficile momento quanto siano fondamentali i rapporti e le relazioni umane, la solidarietà ed il supporto reciproco sono stati importantissimi per superare le criticità della pandemia.
Oggi la presenza del Partito Repubblicano per festeggiare la festa della Repubblica rappresenta per noi una prospettiva per il rilancio di una nuova visione del Paese, che guardi all’Europa dei popoli, che proponga un’economia attenta ai valori umani e che ridia piena dignità alla politica quale propositrice di una visione per il presente ma rivolta al futuro e che coinvolga le giovani generazioni nella progettazione e nella realizzazione di un Progetto per il Paese».
Alla manifestazione era presente anche Carlo Calenda. Il PRI apre oggi ufficialmente la sua campagna elettorale. A Roma l’unione romana sostiene la candidatura di Calenda, a Latina quella del sindaco uscente, Damiano Coletta.