Fa un certo effetto leggere da un intellettuale come Massimo Cacciari un paragone come quello fra Hitler e Napoleone nel suo articolo per La Stampa di lunedì 9 settembre, “Il futuro dell’Europa al bivio della storia”. Se ancora non abbiamo compreso il passato della nostra storia europea, meglio non immaginarselo il futuro che ci aspetta. Napoleone fa il suo ingresso nella storia a Tolone, piazza forte presa dagli inglesi nell’estate del 1793. La Francia di Napoleone era sotto attacco, dal 1791, quando Caterina di Russia solleva tutte le nazioni contro la Rivoluzione. Il Terrore che porta Napoleone alla ribalta, nasce dall’invasione della Francia da parte delle potenze straniere. Ancora nel 1791 il principe di Brunswick minacciava di radere al suolo Parigi, cosa che sarebbe successa senza la vittoria di Valmy, 214 chilometri dalla capitale.
Pur rispettando tutti gli storici controrivoluzionari, che sono una caterba, non è che si può fare, come Hippolyte Taine, della rivoluzione francese un pazzo che si prende a pugni chiuso in una stanza. Napoleone viene mandato in Italia per una guerra difensiva, nel senso che la Francia è accerchiata su tre fronti, e quello italiano era da dieci anni che premeva con medio successo. Addomesticare i piemontesi come un barboncino e cacciare gli austriaci dal Monferrato al Tirolo, fu un grande risultato, ma difensivo. Come difensiva era la repubblica Cisalpina, tant’è che la seconda campagna d’Italia di Bonaparte primo Console è sulla rotta delle posizioni perdute, non per guadagnarne di nuove. E se è vero che Napoleone voleva sbarcare in Inghilterra, si trova attaccato da Russi ed Austriaci che dovrà continuare a combattere fino al 1809 per pacificarli. L’Inghilterra, in verità, è più bellicosa di Napoleone. Checché se ne dica è il governo inglese a disattendere la pace di Amiens dato che non si ritira da Malta, quando Bonaparte imperatore rivendica quelli che sono diventati dei possedimenti francesi a tutti gli effetti. Questa fase della storia europea non sarà mai paragonabile al fascismo perché sono cambiate completamente le condizioni geopolitiche dell’epoca. Quella Napoleonica è priva di una Germania e di un’Italia. E’ Napoleone che vorrebbe costituire questi paesi per limitare l’espansionismo russo e austriaco ai danni della Francia.
Quali che poi possano essere gli errori politici della Francia rivoluzionaria, secondo Caterina, principalmente la pretesa di autodeterminazione, non è che non si può notare la differenza con la Germania nazista. In Spagna Napoleone libera gli ebrei incarcerati dall’Inquisizione. Non gli sarebbe convenuto farlo sotto un profilo strettamente politico, l’Inghilterra infatti si accorderà con i gesuiti, per riaprire le carceri che la Francia aveva chiuso. Nel 1812 Napoleone intraprende una seconda campagna di Polonia, perché lo Zar ha violato il trattato e minaccia il granducato di Varsavia. Napoleone non invade la Russia, insegue l’esercito zarista per distruggerlo e si ferma a Mosca convinto che Alessandro ritorni al tavolo di pace. Hitler la Russia voleva annientarla, perché per lui gli slavi erano appena sopra gli ebrei. Goering pensava a ottanta milioni di schiavi, memorie del conte Ciano.
L’Europa napoleonica e quella nazista, vanno tenute sempre distinte e non sovrapponibili, in quanto le divide il codice civile voluto dalla Rivoluzione francese, che in verità scrisse Robespierre e Napoleone copiò soltanto. Hitler non ha altro codice che l’odio del Mein Kampf. L’Inghilterra in realtà seguiva solo i suoi interessi commerciali. La guerra con la Francia era eredità dell’espansione coloniale ed inizia in America nel primo settecento. Il punto politico il governo inglese lo farà al Congresso di Vienna, rimpiangendo di essersi trovata accanto a simili alleati trogloditi, quali gli austriaci, i prussiani ed i russi. Di tutti questi popoli, attenzione solo i russi sono rimasti gli stessi. Un impero sproporzionato di dimensioni ed incurante dell’indipendenza dei popoli. Questo fu un problema per tutto l’ottocento, Mazzini con la Giovine Europa avrebbe voluto che i polacchi rigenerassero la razza slava. Lo fu per il ‘900, fu Stalin a consentire ad Hitler i successi della seconda guerra mondiale e lo è ancora in questo millennio perché rappresenta un anacronismo. Il bivio della storia è quello che preveda di risolverlo una volta per tutte
museo Napoleonico Roma