Mario Draghi è il solo leader di statura europea sul continente e questo è stato nuovamente chiaro a tutti i capi di governo dell’Unione, in occasione della presentazione del sul rapporto sulla competitività. Tuttavia il fatto che Draghi sia italiano, non reca particolare conforto. La suprema leggerezza con cui lo si è rimosso dal governo due anni fa, è indice di un autolesionismo che non sembra più porsi confini. Anche cu pensa beatamente che in fondo sarà sufficiente domani cacciare il governo Meloni, il più a destra della storia repubblicana, dimentica quello Tambroni e pazienza, per risalire la china, sbaglia. Ha ragione l’onorevole Marattin, non si vedono segni di particolari differenze fra maggioranza e opposizione, anzi. La rissosa vicenda Boccia Sangiuliano è equivalente a quella fra Renzi e Conte e questa è persino più grave della prima.
Meno male che dovremmo fare il tifo perché il ministro Fitto prenda deleghe prestigiose della Commissione, perché questo risultato aiuterebbe l’Italia. A far cosa? A negoziare il nostro mancato rientro dal debito pubblico di cui il governo non si preoccupa? Per parafrasare il presidente del Consiglio Meloni nel suo show a Cernobbio, non c’è bisogno di sapere i contenuti del documento economico finanziario del governo. Sappiamo già che cosa manca sicuramente, un piano di rientro dal debito. Tanto basta. Adesso salta fuori che la crescita economica dell’Italia è sottostimata, sarà migliore di quanto previsto. Vedremo i dati, basta sapere che l’Europa con l’Italia balbetta, l’America è cresciuta del sessanta per cento in più non dell’uno e qualcosa. L’Europa vuole mettersi al passo? Anche l’Italia deve fare la sua parte, al momento fra proroghe e levate di scudi, non pare proprio. Siamo l’unico Stato a non aver ratificato nemmeno ratificato il Mes. Fitto sarà pure una persona straordinaria, come tutte quelle che ci propina Fratelli d’Italia. Resta il fatto che è l’esponente di un partito che ha votato contro la ratifica del Mes. Cosa se ne faccia la Commissione europea di uno cosi, sia che lo sosteniamo o non lo sosteniamo, è difficile da capire. Il colpo alla credibilità e all’interesse italiano lo ha già assestato con le sue scelte il governo, da ultimo con il voto di due componenti su tre della maggioranza contro la commissione, e questo indipendentemente dal fatto che si nomini, o meno, l’onorevole Fitto.
Il passo da sostenere in Europa, è quello che ha chiesto subito Draghi, prendere decisioni a maggioranza qualificata. Troppo comodo, mettere il veto alle proposte comunitarie, così ognuno poi fa come gli pare. Questo è il modo certo perché si vada dritti alla dissoluzione dell’Unione europea e poi vogliamo vedere cosa succede con i fascisti che crescono in Turingia, i populisti che sbavano in Francia e i tanti che ancora pascolano liberi e giocondi da noi.
Continuino pure a far credere che l’Italia abbia sufficienti risorse per andare avanti da sola, che lo stellone del Belpaese è perfettamente in grado di affrontare tutte le sfide, che gli amici degli amici, sapranno affrontare la crisi, anzi, meglio che non c’è nessuna crisi. Il Pil aumenta i ristoranti sono pieni, cresce l’occupazione e tutto va tutto per il meglio. Quando gli italiani toccheranno con mano, forse a breve, cosa si prepara, capiranno perché Draghi a Bruxelles ha chiesto un nuovo piano Marshall, tale da disporre del doppio degli investimenti necessari all’epoca della fine della seconda guerra. Tanto serve per rilanciare e cambiare un Europa catatonica e regredita come quella di oggi, dove l’Italia fa un autentico figurone. Ma per carità, portiamo Fitto commissario, un gran bel passo avanti.
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