Prima ancora che si voti gli italiani sanno che vi sarà un perdente certo rispetto alle precedenti europee, la Lega di Salvini che si può giusto sognare il trenta per cento dei consensi ottenuto quattro anni fa. Grasso che cola se quel partito manterrà la metà dei voti presi allora. Una sconfitta clamorosa già annunciata ha portato a scelte disperate, come la candidatura del generale Vannacci. Il personaggio si presenta all’elettorato con il titolo di sabotatore e se ne sente pure fiero. Per il resto effetti truculenti da b movie. La richiesta di dimissioni per il Capo dello Stato nella giornata del 2 giugno, festa della Repubblica, chiude il quadro dell’impudenza.
Alla Lega non se ne sono accorti, ma l’Italia fa parte dell’Unione europea come paese fondatore. Dispiace per loro, la sovranità nazionale è limitata e contenuta da quella dell’Unione. Senza pretendere che il senatore Salvini comprenda la Costituzione su cui ha giurato, ammettiamo che l’articolo 11 reciti solamente “l’Italia ripudia la guerra”, come ripete in continuazione. L’Unione Europa è quella che ha consentito la pace sul continente grazie ad un processo iniziato nel 1945, prima del quale le nazioni si erano combattute fra loro e senza risparmio di vite umane, per tre interi secoli. L’idea di scardinare l’Unione europea in nome di una sovranità nazionale mal digerita, riprodurrebbe perfettamente lo stato precedente. Considerate poi le capacità diplomatiche mostrate da questo governo, non osiamo pensare allo sviluppo delle relazioni con la Francia. Vero è che Salvini confida in una futura vittoria della signora Le Pen, e pure se c’è qualcuno che non ha mai avuto particolari riguardi per le ragioni dell’Italia e dei suoi interessi sono proprio i nazionalisti francesi.
Vivendo già da anni nel mondo al contrario del generale Vannacci, Salvini e soci temono l’escalation militare che pure è già in atto e non per le armi spuntate, Tajani si tranquillizzi, per colpire la Russia deve salire su un caccia e precipitare su Mosca, che l’Italia ha dato all’Ucraina, ma per quelle che la Russia scarica ogni giorno su quella Regione. Per cui noi possiamo regalare l’Ucraina alla Russia e visto che ci siamo tutti gli ex satelliti sovietici. Oppure facciamo lo sforzo di completare la lettura del testo dell’articolo 11 della Costituzione repubblicana e ci accorgiamo che si ripudia la guerra “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”. L’Italia dello statista Benito Mussolini oppresse con la guerra la libertà degli eritrei, dei libici, degli albanesi e dei greci. Lo stesso che vorrebbe fare oggi Putin con gli ucraini. L’Italia repubblicana nell’Unione Europea è invece tenuta a difendere chi viene aggredito ed è più o meno quello che si sta malamente facendo. Salvini e la Lega possono esentarsene, lascino il governo prima che Mattarella il Quirinale. Siamo in democrazia appunto e visto le note preferenze domiciliari, Salvini spiegava di trovarsi bene di casa a Mosca, magari dopo il voto vi si trasferisce. Ci se ne farà una ragione.