L’autonomia differenziata approvata dalla Camera fra gli schiamazzi è la logica e presumibilmente inevitabile conseguenza della riforma del Titolo quinto votata nel 1999. Allora il Pri supplicò il segretario dei Ds, onorevole Veltroni ed il presidente del Consiglio, onorevole Amato di evitare di toccare la Costituzione, altrimenti avrebbe dovuto lasciare la maggioranza. Amato non rispose, al suo solito, un bel nulla, Veltroni fece promuovere un deputato repubblicano sottosegretario al governo per sfasciare il gruppo parlamentare. Questi erano i nostri alleati.
Bisogna riconoscere che il governo Berlusconi del 2004 comprese la necessità di introdurre in Costituzione il principio di salvaguardia dell’unità nazionale per compensare il disastro fatto dall’ultimo governo di centrosinistra del ‘900. Soltanto che la riforma Berlusconi venne affossata dal referendum e l’Italia è rimasta preda di una legislazione concorrente che adesso ha trovato una sua sistemazione definitiva. Anche in questo caso il testo appena approvato fa riferimento alla necessità di salvaguardare l’interesse nazionale mai fosse messo in discussione, cosa che in questo modo non significa niente. Berlusconi teneva la Lega di Bossi, all’epoca in espansione, al guinzaglio, quando Meloni fa correre felice quella di Salvini, nonostante sia oramai prossima al tracollo.
Per uno scherzo del destino l’aspetto più scandaloso dell’autonomia differenziata, che riguarda la normativa indipendente sull’istruzione pubblica, oggi potrebbe tornare utile. Nel momento nel quale lo Stato nazionale concentra l’attenzione dei maturandi sul pensiero di letterati fascistissimi come Pirandello ed Ungaretti, magari qualche Regione si preoccupa di elevare intellettuali che non sottoscrissero il documento favorevole al regime di Benito Mussolini. In ogni caso, visti i tempi di realizzazione e le condizioni economiche necessarie per vederla realizzata questa autonomia differenziata, potrebbero esserci bisogno, nel caso migliore, di vent’anni buoni. Il paese magari avrebbe qualche problema più urgente, dalle procedure di infrazione annunciate, ai richiami sul deficit e sul debito eccesivo, sino a quelli sull’immigrazione. Tutte materie su cui il governo langue ed il parlamento non si riscalda. Un’opposizione che passa il suo tempo a gridare in piazza, manco capisce di cosa si tratta.
Andiamo avanti tranquilli di questo passo e l’autonomia differenziata, prima di essere applicata dall’Italia, verrà applicata dall’Europa nei nostri confronti e senza bisogno di nessuna particolare riforma. Basta iniziare con il buttarci fuori dalla commissione europea.
galleria della presidenza del Consiglio dei ministri
La autonomia differenziata è uno degli errori politici di questo governo e in questo articolo lo tratti con sufficienza … Meglio non schierarsi e questo fa male al partito repubblicano perché il livello nazionale non può essere sempre piegato a esigenze localistiche che invece di riguardare comuni … Sono state trasferite anche ai livelli regionali rendendoci un po’ troppo arlecchini e questo fa male a chi vuole esistere politicamente rispetto a chi invece vuole apparire