Il vertice di Cadice sarebbe l’occasione adatta per il presidente del consiglio italiano di rendersi conto del pugno di mosche con cui si ritrova. Per prima cosa il suo vantato accordo con il regime tunisino, quando i ministri di quel paese fanno sapere che loro non faranno i cani da guardia dell’occidente o che non sono in vendita per pochi spiccioli. La voce repubblicana l’ha scritto dal primo giorno, l’onorevole Meloni non ha steso a Tunisi le condizioni per contrastare il flusso migratorio, continuano a partire centinaia di migranti al giorno. Ha invece intrapreso la strada per il ricatto permanente da parte di qualsiasi paese rivierasco nei confronti dell’Italia. E questo, come si dice, è ancora solo l’inizio. Il governo lamenta il complotto internazionale quando nemmeno si rende conto della legge che i giudici di Catania interpretano correttamente, dal momento che l’Italia non è l’arcipelago Gulag che sogna il senatore Salvini e qualche suo accolito. Poi il governo si stupisce che la Germania paghi le ong, come la Comunità di Sant’Egidio che proprio in Italia ha goduto di ogni favore nei suoi riguardi da parte dei precedenti governi della Repubblica. In pratica, è come se il governo Meloni chiedesse di non soccorrere più la gente in mare. Ma le ong portano tutta questa massa di disperati in Italia! E cosa vorrebbe il governo, che si rimettano in viaggio verso Anversa? E’ una questione puramente geografica considerando oltretutto che quasi nessuno in Italia vuole restarci, il motivo per il quale gli altri paesi si barricano alle frontiere, perché l’Italia ha dimostrato di non aver mai saputo gestire sufficientemente il problema come ancora adesso si perde in chiacchiere ed in provvedimenti completamente inutili e deleteri.
L’unico elemento positivo è che nonostante tutte le sceneggiate mediatiche, siamo anche entrati in periodo elettorale, il governo ha ripreso una qualche relazione con la Francia che è partner irrinunciabile per tutta la questioni mediterranea ed ha capito che deve ricucire con la Germania, per lo meno questo si legge su alcuni giornali di oggi. Davvero non vale la pena di scontrarsi in modo ridicolo sulle ong con Berlino, quando vi sono aspetti più seri sotto il profilo dei conti pubblici da affrontare. La proposta di riforma del Patto di Stabilità presentata dalla Spagna non piace particolarmente al ministro delle Finanze tedesco, per usare un eufemismo. Se la Germania è così preoccupata in merito allo scorporo degli investimenti dal Patto è solo perché la situazione del debito italiana è più che inquietante e pure nessuno sembra preoccuparsene, al contrario circolano geniali idee per fare altro debito. Magari il ponte sullo stretto tanto per citarne di uggiose che si rincorrono dal 1860. Cioè quando c’era la monarchia al governo.
Non è detto che il governo debba necessariamente naufragare in questo mare. Basta che inizi ad orientarsi con qualche sapienza su come evitare gli scogli. In certi momenti sembra persino accorgersi di quelli che affiorano, non fosse che fino ad adesso, appena ne vede uno, con entusiasmo ci si precipita dritto contro,
foto della Galleria della presidenza del Consiglio