Il prefetto dell’archivio apostolico vaticano, monsignor Sergio Pagano è stato ospite di una trasmissione televisiva dove ha spiegato le relazioni della Chiesa con i nazisti. Nessuna. Quelli riconosciuti come criminali che sono stati fatti fuggire in Sudamerica con documenti falsi sono stati aiutati dai nunzi apostolici o dai singoli vescovi, non dallo Stato del Vaticano, il cui onore è salvo. Pagano è un curioso nome per un vescovo cattolico, ma si presta benissimo alla bisogna. Se tutti gli uomini davanti a Dio sono uguali, perché mai negare ai nazisti perseguiti il riparo che pure la Chiesa concesse agli ebrei discriminati? La carità cristiana non compie esclusioni. Lo dimostra che persino un Pagano può diventare cardinale.
Monsignor Pagano ha così fornito un perfetto esempio di morale cattolica che dispone di una sua intrinseca coerenza. Libera Chiesa in libero Stato, si applicava sotto il fascismo, figurarsi in democrazia. Sono stati gli angloamericani, i russi e poi gli israeliani a volere la giustizia terrena. Il Vaticano si rimette a quella divina è così anche nel caso Orlandi e in chissà quanti altri. Una Chiesa che non giudica è comunque più rassicurante di una Chiesa della Santa Inquisizione e visto che la Santa inquisizione è stata abolita, non bisogna lamentarsi. Semmai sono le considerazioni del pontefice sulla guerra, a sembrare cadere dalle nuvole. Perché se il papa condanna così radicalmente la guerra, come può poi mettere sullo stesso piano aggressori ed aggrediti? Vero che il Vangelo dice porgi l’altra guancia, ma anche di rispettare il prossimo tuo come te stesso. Soprattutto, se si riuscisse a fermare colui che ti schiaffeggia, non ci sarebbe bisogno di biasimare coloro che reagiscano all’offesa.
Chi ha una scarsa propensione alla teologia cristiana, capirà molto meglio il discorso terra terra del presidente del Consiglio Meloni alla Camera. L’onorevole Meloni è stata chiarissima, per avere la pace basta che Putin ritiri le truppe dallo Stato sovrano che ha invaso. Più semplice di così. Tra l’altro non si capisce cosa ci sarebbe da negoziare se prima non ci si ritira. Lo stesso vale per Gaza. Gaza restituisca gli ostaggi israeliani e a quel punto si potrà parlare di concludere l’offensiva. Il diritto internazionale differenzia l’aggressore dall’aggredito. E poiché Gaza non intende restituire un bel niente ed in più continua a sparare sui soldati israeliani, state pur certi che quelli andranno avanti. Poi se il governo italiano possiede una qualche ricetta valida per arrivare ad una tregua, il ministro Tajani dispone di risorse formidabili, ben venga. Resta invece da capire come il governo pensi di attuare la sua ferma determinazione di aiutare l’Ucraina se subito esclude di inviare i soldati. L’onorevole Meloni avrebbe piuttosto fatto meglio a ripetere quello che dicono gli americani e cioè che l’Ucraina non ha mai chiesto truppe. Zelensky vuole solo munizioni, ci si preoccupa di fornire quelle. Se invece domani chiedesse i soldati, come si potrebbe negarglieli dal momento in cui l’Italia ha persino sottoscritto un piano di sicurezza comune? Questo il governo non sembra averlo capito, ovvero che se mai l’Ucraina cadesse, la nostra sicurezza sarebbe compromessa. dal momento che esiste un accordo firmato. Per evitare un qualsiasi fallimento, non ci si può legare le mani
In ogni caso rassicuratevi. Macron, a fronte del bullismo criminale di Putin, ha avuto uno scatto di orgoglio francese, dicendo di essere pronto a schierare l’Armée che in verità non combatte più con successo da quasi cent’anni. Motivo in più per far sapere che anche il resto dell’Europa fosse pronto a tutto invece di calarsi le braghe. Per fiutare la debolezza dell’occidente, non serve poi un segugio. Del resto tutte le spacconate che provengono da Mosca sono abbastanza tipiche di chi nuota nel secchio di vodka. La realtà è che in due anni di bombardamenti ininterrotti, Putin ha scavato trincee nel fango del Donbass, manda al fronte nepalesi e carcerati subisce contrattacchi persino a Kursk, e ha dovuto mettere al riparo la flotta e licenziarne gli alti comandi. Poi sicuramente in quella testa bacata che si ritrova, vagheggerà di attaccare, la Moldavia, la Bulgaria, di mandare i suoi grossi e lenti carri armati in Finlandia. Intanto bisognerà pure che almeno conquisti Odessa. Ancora è fermo a Mariupol.